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Truls Kontny • Presidente, European Film Commissions Network

“Questo è davvero un buon momento per Scandinavia e Norvegia”

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- Cineuropa ha fatto una chiacchierata con Truls Kontny, presidente dello European Film Commissions Network, per saperne di più sul ruolo dell’organizzazione

Truls Kontny  • Presidente, European Film Commissions Network

Cineuropa ha incontrato Truls Kontny, il nuovo presidente dello European Film Commissions Network, per scoprire qualcosa in più a proposito del ruolo che l’EUFCN gioca nel panorama cinematografico.

Cineuropa: Lo scorso dicembre lei è stato eletto presidente dello European Film Commissions Network. Quali sono le sfide che l’organizzazione affronterà nei prossimi mesi?
Truls Kontny:
Il nostro obiettivo è quello di potenziare la nostra immagine e renderci più visibili. Siamo un grande network europeo, composto da 90 membri provenienti da 29 diversi paesi, quindi è importante per noi farci sentire a Bruxelles e far sapere a tutti chi siamo, cosa facciamo e cosa possiamo offrire. Sarà questo il nostro obiettivo principale per i prossimi due mesi.

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Un altro importante obiettivo è quello di rendere i finanziamenti più stabili. Allo stato attuale dipendiamo unicamente dai contributi dei nostri soci, ma per poter fare di più per i membri dell’organizzazione dobbiamo fare in modo di trovare anche altre risorse.

Qual è il ruolo dell’EUFCN? Si tratta di un’organizzazione europea: pensa che siate ascoltati a sufficienza dalle istituzioni europee?
Ci ascoltano, ma non abbastanza! Ecco perché in occasione dell’ultima edizione della Berlinale abbiamo incontrato diverse altre organizzazioni con lo scopo di far fronte comune per farci conoscere di più.

Entro un paio di settimane, il nostro vicepresidente, Mikael Svensson, l’office manager, Angelica Cantisani, e io andremo a Bruxelles per una serie di meeting con le diverse istituzioni e per approfondire molti degli incontri avuti a Berlino.

Fino ad ora ci siamo concentrati sulla crescita del network, un tesoro nascosto, come ci ha detto uno dei nostri partner. Ora è il momento di farci conoscere dall’Europa e dal mondo!

L’EUFCN è un buon osservatorio delle commissioni cinematografiche europee. Quali sono stati i progressi di queste commissioni negli ultimi anni?
Per riuscire a produrre i propri film, i produttori hanno dovuto sempre più spesso affidarsi a collaborazioni tra regioni e Paesi. Credo che il modo corretto per aiutare efficacemente i produttori sia quello di assicurarsi che i membri delle commissioni sappianoo come funzionano le co-produzioni, e capiscano cosa fare affinché i vari progetti si possano effettivamente realizzare. Alla fine è tutta questione di budget e di come riuscire a fare il massimo con una certa somma. 

Crede che il successo di una commissione cinematografica dipenda alla disponibilità di fondi o incentivi?
Molti Paesi ad oggi ricevono qualche forma di incentivo. In assenza di questi, molte delle grandi case di produzione non penserebbero nemmeno di lavorare in quei territori. Questa è la grande sfida dei Paesi che finora non hanno disposto niente in merito. 

Detto questo, credo che servano incentivi regionali o nazionali da destinare anche alle co-produzioni con altri Paesi. Ciò incoraggerebbe i produttori del proprio territorio di competenza e delle altre regioni a collaborare per vere co-produzioni, ed è per questo motivo che credo che una commissione debba davvero sapere di cosa hanno bisogno i produttori per poter mediare tra le parti.

Lei è anche il direttore del Film Commission Norway. Ci può dire quanti progetti stranieri sono stati girati in Norvegia nel 2014 e quali sono stati i benefici in termini economici?
Questo è davvero un buon momento per Scandinavia e Norvegia – stiamo avendo i nostri “15 minuti di celebrità” nel panorama dell’industria cinematografica internazionale. Si tratta di un interesse crescente e abbiamo contatti per molti potenziali progetti.

Sfortunatamente in Norvegia non abbiamo ancora incentivi. Una conseguenza di ciò è che diventa difficile capire quanti di questi progetti vengono effettivamente realizzati nel nostro paese e che vantaggi portano, dal momento che molti dei produttori che hanno preso contatti nel paese da prima rimangono a noi ignoti. Negli anni abbiamo provato a fare una stima su base volontaria, e nel complesso abbiamo contato circa 80-100 progetti, con una spesa di 70-80 milioni di corone.

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(Tradotto dall'inglese)

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