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Uno studio della Commissione Europea sui problemi finanziari del settore culturale e creativo

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- Lo studio avvisa che il settore culturale e creativo europeo ha bisogno di miliardi di euro: è necessario il lancio del Fondo Finanziario di Garanzia

Uno studio della Commissione Europea sui problemi finanziari del settore culturale e creativo

Un nuovo studio della Commissione Europea evidenzia che il settore culturale e creativo in Europa ha un grave problema di finanziamento, con crediti mancanti per miliardi di euro.

Secondo lo studio “c’è un buco finanziario nel settore della cultura e della creatività causato dalla mancanza di garanzie, combinata con la mancanza di competenze manageriali, che va dagli 8 ai 13,3 miliardi di euro”. La situazione, che non potrà che peggiorare nei prossimi sette anni, necessita con urgenza l’implementazione del tanto atteso Fondo Finanziario di Garanzia — lo strumento più innovativo del programma quadro Europa Creativa.

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Il Fondo sarà purtroppo operativo solo dal 2016, nonostante l’accesso al finanziamento sia stato determinato con precisione da subito quale uno dei problemi principali del settore.

Il nuovo studio, che si proponeva di raccogliere dati per il lancio del Fondo Finanaziario di Garanzia, mostra quali siano i problemi alla base di questo buco finanziario. Il primo risiede nel fatto che il finanziamento non è sufficientemente diversificato e che continua a basarsi troppo sulle sovvenzioni statali. Nel settore creativo e culturale, l’audiovisivo sembra essere quello che fa maggior uso di prestiti bancari (53% degli intervistati ha usato prestiti per progetti audiovisivi mentre solo il 34% per altri progetti culturali), probabilmente a causa degli strumenti finanziari e fiscali attivi in alcuni paesi, come il sistema di sgravi in Belgio, che agevola l’uso di prestiti bancari.

Il secondo grande problema è l’assenza di competenze dei professionisti da un lato, che si concretizza nell’assenza di un piano commerciale consistente al momento della richiesta del prestito; e degli istituti finanziari dall’altro, che non posseggono competenze adeguate per valutare la richiesta. Alcuni paesi hanno cercato di risolvere questo problema fondando delle organizzazioni specializzate nel finanziamento del settore. E’ il caso dei Paesi Bassi dove è attivo il Cultuur-ondernemen.

A gran sorpresa, le banche attive nel settore culturale e creativo hanno riportato che la principale ragione di rifiuto non è il tasso d’inadempimento, che effettivamente non è più alto di quello delle piccole e medie imprese (e si aggira intorno al 2%), ma piuttosto la mancanza di garanzie reali o di capitale proprio, oltre alla mediocrità dei piani commerciali inclusi nelle richieste.

Lo studio ha sottolineato che il problema di accesso al credito del settore è sfaccettato e, anche se la situazione potrebbe migliorare con un meccanismo di garanzia che ne diminuisse i rischi bancari, non sarebbe comunque risolto. Non bisogna dimenticare che è necessario anche sviluppare le capacità: ai professionisti dovrebbe essere data una maggiore competenza di business per presentare un buon piano commerciale così da aumentare le opportunità di ricevere un prestito. Dal conto loro, gli istituti finanziari dovrebbero avere competenze adeguate a valutare le richieste. Delle formazioni erano state effettivamente previste da Europa Creativa all’interno dello strand transettoriale.

Le formazioni, insieme al Fondo di Finanziamento Garantito, avrebbero stimolato lo sviluppo economico del settore culturale grazie a questo “ampio ecosistema di misure”, generando un effetto leva sui finanziamenti. Il tutto, combinato con le potenzialità di nuove forme di finanza come il crowd-funding, dovrebbe abbassare le barriere all’investimento e rafforzare enormemente il settore.

Clicca qui per scaricare lo studio.

 

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