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FILM Paesi Bassi / Belgio / Germania

Un affascinante viaggio del desiderio nell'Atlantic.

di 

- Jan-Willem van Ewijk ha prodotto un'esperienza cinematografica estremamente pura con il suo secondo lungometraggio, Atlantic., che fonde film sportivo ed epico con straordinaria efficacia

Un affascinante viaggio del desiderio nell'Atlantic.

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di Jan-Willem van Ewijk si apre splendidamente con una veduta delle vaste pianure costiere a nord-ovest dell'Africa, a ridosso del mare. Le onde si infrangono e si ritirano davanti a noi, dandoci un'illusione sensoriale. Abbiamo la forte impressione di aver viaggiato dalle nostre poltrone. Segue un desiderio per il mare, e sembra subito che questa co-produzione olandese, belga, tedesca e marocchina saprà essere convincente.

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Seguono alcune riprese aeree. Vediamo l'ondeggiante Atlantico sotto di noi. A volte le sue onde si infrangono rumorosamente e in modo sublime; a volte giace lì come un placido specchio gigante. E ciò diventa una sorta di vista dall'alto mentre il protagonista, Fettah (interpretato da Fettah Lamara, che porta straordinariamente bene i suoi anni) sussurra dolcemente alla sua amata sorella Wisal di immaginare di essere in mare con lui come un uccello.

Questi effetti visivi e uditivi poi si mescolano al desiderio di Fettah: raggiungere l'Europa (anche se questo significa fare windsurf per 300 miglia di mare aperto dal Marocco). Le inquadrature allungate conferiscono una grandezza epica alla sua sfida, caratterizzando il suo obiettivo con nuances Icaresche, mentre scene al sapore di GoPro ci portano dentro e fuori le onde, avvicinandoci al personaggio. Il viaggio di Fettah diventa quindi incredibilmente viscerale, e Atlantic. dimostra indirettamente che le storie semplici sono spesso le migliori. Il suo unico desiderio erculeo trasforma quello che poteva essere un video sportivo lungo un film in una potente opera sulla condizione umana.

Questo secondo film ha anche parecchio equilibrio artistico. Rappresenta un chiaro tentativo personale di Ewijk di esplorare sia la cultura europea che quella africana. Il regista interpreta inoltre un europeo in vacanza nel villaggio natìo di Fettah, e attinge dalle sue esperienze. Quello che ritrae non è mai uno scambio culturale distruttivo, però. Al contrario, si nota una sorta di Orientalismo invertito. Anzichè perpetuare la tendenza dell'Occidente di rendere esotico tutto ciò che non è occidentale, Atlantic. raffigura questo processo in senso inverso nella cultura marocchina. Il rapporto di Fettah con gli stranieri gli dà una sconfinata passione per il windsurf, e il suo debole per la donna bianca sposata Alexandra (Thekla Reuten) lo riempie con un desiderio di proporzioni sovrumane.

Perciò, il film diventa uno sguardo molto catartico e liberatorio al coinvolgimento emotivo e al sacrificio personale a cui attengono i sogni. Quelli che seguono i loro sogni cadono in una morsa tra il loro passato soffocante e il futuro che vogliono. Questo rende Atlantic. molto più che un film di 90 minuti su un uomo che cavalca onde incredibili. Presente, passato e futuro si mischiano in Atlantic., mentre l'amore di Fettah per Alexandra viene progressivamente visto come espressione dell'amore che aveva per sua madre (che ha visto morire nello stesso mare che egli venera). Il suo desiderio viscerale per l'Europa diventa quindi profondamente e irresistibilmente commovente, e il film stesso è un'esperienza cinematografica straordinariamente pura che deve per forza essere assaporata. Ewijk è senza dubbio uno da tenere d'occhio in futuro.

Atlantic. è rappresentato da Fortissimo Films ed è distribuito da Cinemien.

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(Tradotto dall'inglese)

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