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TORONTO 2015

Eva Nová: un ritratto che va oltre la sua cornice

di 

- Il documentarista slovacco Marko Škop debutta brillantemente nel lungometraggio di finzione. La sua opera prima, proiettata nella sezione Discovery del festival di Toronto, ha vinto il FIPRESCI

Eva Nová: un ritratto che va oltre la sua cornice
Emília Vášáryová in Eva Nová

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, primo lungometraggio di finzione del documentarista slovacco Marko Škop, di recente vincitore del premio FIPRESCI della sezione Discovery del festival internazionale del cinema di Toronto, comincia con una scena in cui il personaggio che dà il titolo al film conclude e abbandona, ancora una volta, il suo programma di riabilitazione. L’attrice 62enne comincia a contemplare la vita al suo ritorno nella quotidianità mondana, determinata a recuperare il legame, ormai spezzato, tra lei e suo figlio, oggi adulto e distante: un vincolo interrotto da anni di negligenza, risentimento e ansia. La riconciliazione fallisce miseramente e suo figlio la allontana da sé. Ma uno spiacevole scherzo del destino la riporterà nella sua vita. 

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Il regista dà forma a un dramma psicologico intimo, un ritratto commovente che ruota attorno a questioni universali e cicliche. Ma Eva Nová non è un atto d’accusa contro l'abbandono e un appello alle responsabilità di una madre; il film segue il suo personaggio mentre riflette su aspetti della propria vita personale, turbolenta, che l’hanno portata a una volontaria fuga nell’alcol.

Škop, così come Ivan Ostrochovský, ridefinisce con grande successo l’esperienza e le procedure del documentario. Il regista, minimalista, ambienta la maggior parte delle scene tra le quattro mura, principalmente quelle dell’appartamento di Eva e della casa di suo figlio. La tensione che si crea quando questi due mondi si scontrano, dissotterra e mostra gli errori e le colpe del passato. Quando il regista fa di tanto in tanto un’incursione in uno spazio diverso, lo usa per esaltare la figura della protagonista, mostrandone nuovi aspetti e rendendo sempre più complesso ed elaborato il suo ritratto su uno sfondo volutamente limitato.

Una delle caratteristiche formali che definiscono Eva Nová è la sua economia spaziale. Škop rimane quasi sempre nella bolla dell’intimità della protagonista che è, letteralmente, il volto e il centro del film e della cinepresa (guidata da Ján Meliš). L'imponente messa in scena del regista rivela la sua capacità di sviluppare le scene più drammatiche in piccole stanze, a immagine e somiglianza di una trama che conta appena un paio di eventi correlati. Škop, autore anche della sceneggiatura, utilizza questi eventi per svelare la storia personale del personaggio centrale, aggiungendo ancora più profondità e prospettiva al ritratto.

Eva Nová è una donna qualsiasi che non solo rappresenta tutte le madri che hanno preso strade sbagliate; è una figura che supera i limiti e che riflette un crollo personale e un tentativo di riappropriarsi della propria dignità, dell'autocontrollo e della propria capacità di rialzarsi. Il peso di canalizzare tutto questo sullo schermo poggia sulle spalle della signora del cinema e del teatro slovacchi, Emília Vášáryová, che ovviamente centra il bersaglio con una solida performance. 

Il film ha un altro elemento importante. Il ritratto psicologico va oltre la sua cornice, nel solco di tutto il cinema dell’Europa dell’Est: un dramma sociale cupo per far luce sugli attuali pericoli socioeconomici in agguato nella regione, seguendo così la strada segnata da film che hanno affrontato il tema dell’Est (povero) contro l’Ovest (ricco), anche se in modo meno radicale rispetto a Ulrich Seidl nel suo memorabile Import/Export [+leggi anche:
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, ma non meno potente e urgente, attraverso il personaggio del figlio di Eva Nová.

Eva Nová è una produzione di Marko Škop e Ján Meliš per la slovacca Artileria, coprodotto da Alice Tabery per la ceca Sirius Film e dalla Radio e Televisione Slovacca con l’appoggio del ministero della Cultura della Repubblica Slovacca, il Slovak Audiovisual Fund, il programma MEDIA e il Czech State Cinematography Fund. L'agente di vendite internazionale del film è Loco Films (Laurent Danielou, Florencia Gil).

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(Tradotto dall'inglese)

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