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MALAGA 2016

La próxima piel: segreti, montagne innevate e bugie

di 

- Isaki Lacuesta e Isa Campo dirigono un thriller drammatico ed emozionante che invita lo spettatore a un gioco di indovinelli e il cui finale dà risposte che lasciano il segno

La próxima piel: segreti, montagne innevate e bugie
Álex Monner e Sergi López in La próxima piel

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è un film che ti scava dentro: dopo averlo inghiottito con gli occhi e le orecchie, lo spettatore rimane lì, nelle ore successive, a digerirlo e ad assimilarlo, incastrandone i pezzi, scomponendone gli strati, dando un senso a quelle immagini, suoni e comportamenti dei personaggi che ha osservato attentamente durante la visione, vigile come un detective che desideri scoprire se tutti mentono, o solo alcuni, e perché. Il primo film che firmano insieme come registi due collaboratori di lunga data come Isaki Lacuesta e Isa(bel) Campo (hanno lavorato alla sceneggiatura di vari titoli precedenti) è stato presentato, in un clima di grande attesa vista la carriera dei due premiati cineasti catalani, nella sezione ufficiale in concorso del 19° Festival del cinema spagnolo di Malaga, con un’ottima accoglienza da parte della stampa.

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Il film non è né troppo autoriale né comodo, ma si muove, sul piano cinematografico, al confine tra il dramma torbido e il thriller rurale. Anche l’azione del film si svolge al confine tra due paesi: Francia e Spagna, in un paese innevato dei Pirenei, dove i suoi abitanti mescolano, parlando, gli idiomi catalano, francese e spagnolo. Un ambiente chiuso, piccolo e in cui tutti si conoscono, ma questo non facilita la comunicazione tra vicini.

La próxima piel presenta Leo (un magnifico, come sempre, Álex Monner), un adolescente ospite di un centro per minori che scalpita dinanzi a ciò che sta per avvenire: finalmente, dopo otto anni da desaparecido, rincontrerà la sua famiglia, una madre (Emma Suárez, in un ruolo che ha punti in comune con quello che interpreta in Julieta [+leggi anche:
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) che non ha mai rinunciato all’idea di ritrovare suo figlio, ora 17enne. Ma quando arriva al suo paese, accompagnato da un tutore (Bruno Todeschini) che lo aiuta ad adattarsi alla sua nuova situazione, non tutti credono che quello sia Gabriel, vero nome del ragazzo scomparso (Leo gli è stato affibbiato dopo averlo ritrovato con indosso la maglia del calciatore argentino del Barça): suo zio (Sergi López) pensa che il giovane sia un impostore.

A partire da quel momento lo spettatore avrà gli stessi dubbi del personaggio e non scoprirà tutta la verità sino alla fine. Il film, nel frattempo, si muoverà in un terreno ambiguo minato da dubbi, mettendo sul tappeto temi come i traumi infantili, la necessità di amare e l’identità, alla quale allude il titolo: noi esseri umani ci definiamo tramite la memoria, l’oblio e il ricordo.

La próxima piel è stato scritto dai due registi insieme a Fran Araújo, che si è unito al progetto quando questo giaceva in un cassetto da quasi dieci anni. Si tratta di una coproduzione ispano-svizzera di Corte y Confección de películas, La Termita Films, Sentido Films e Bord Cadre Films, con la partecipazione di ICAA, ICEC, TV3 ed Eurimages, e con la collaborazione dell’Ufficio del turismo di Aragona.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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