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CINÉMA DU RÉEL 2017

Paris est une fête - Un film en 18 vagues: una chiamata nella notte

di 

- Sylvain George prosegue la sua affascinante traiettoria con un’opera formalmente eccezionale, effervescente, politica, poetica e feconda

Paris est une fête - Un film en 18 vagues: una chiamata nella notte

"Risvegliare il musicista assopito, o il poeta, o l’astronomo che forse all’inizio era dentro di te". Prese in prestito da Terra degli uomini di Antoine de Saint-Exupéry, queste parole riprese da una grande folla a Parigi, in place de la République, la scorsa primavera, in una delle serate del movimento Nuit Debout, potrebbero servire da guida agli spettatori di Paris est une fête - Un film en 18 vagues [+leggi anche:
trailer
intervista: Sylvain George
scheda film
]
, il nuovo e affascinante documentario dell’artista impegnato Sylvain George, svelato in prima mondiale nella vetrina della competizione internazionale del 39° festival Cinéma du Réel.

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Senza rinunciare all’esigenza di inventare e decostruire la narrazione tradizionale, che è una sua caratteristica e che lo lega a maestri in materia come Dziga Vertov o Jean-Luc Godard, il regista imprime in maniera folgorante il suo bianco e nero sublime in fondo agli occhi dello spettatore, in un vortice di immagini suggestive e di sequenze ultra realiste che dialogano fra loro e aprono il campo al possibile e all’immaginazione. Un vortice potente ed esteticamente notevole che non cede tuttavia alla tentazione dell’ebbrezza sperimentale ed è compensato dall’osservazione sorprendente ed estremamente rigorosa del mondo e delle tensioni che lo pervadono. 

Girato quasi esclusivamente di notte, a Parigi e nella vicina banlieue (con una parentesi a New York) nel 2015 e 2016, il film naviga con virtuosismo nella corrente della propria radicalità basata sul suo ritmo (pieno di rotture di tono) e sul suo approccio frammentario al "tutto" contemporaneo, umano, sociale e politico. Ne emergono la figura di un individuo (un migrante guineano che sopravvive ai margini della capitale), l'immersione in prima linea delle manifestazioni "rivoluzionarie" (contro lo stato d’emergenza, contro la legge Lavoro, e durante Nuit Debout) dove il confronto con le forze dell’ordine volge alla guerriglia urbana, e un gioco incessante e aperto a tutte le interpretazioni con i messaggi disponibili nel mondo (cartelli, segnali, ecc.).

Opera tumultuosa che opera nel cratere del vulcano urbano, Paris est une fête - Un film en 18 vagues brilla per diverse qualità. Una fotografia mozzafiato e un montaggio di una creatività controllata straordinaria (entrambi firmati dallo stesso Sylvain George che sa anche lavorare meravigliosamente con il suono), intensità e varietà delle atmosfere, profondità non invadente del sottotesto "intellettuale", scienza dei dettagli e dell’impatto, del flusso e del reflusso... Come un pesce nell’acqua del tempo e dello spazio, il cineasta riesce a tessere una superba costellazione nell'apparente caos del suo vortice di immagini. E se il film richiede sicuramente un minimo di apertura mentale per essere pienamente apprezzato, la sua forza formale basta da sola per trascinare tutto al suo lucente passaggio, come una luna piena che svela un cielo tenebroso.

Prodotto da Noir Production, Paris est une fête - Un film en 18 vagues sarà distribuito il 12 aprile nelle sale francesi da Zeugma Films.

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(Tradotto dal francese)

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