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Pedro Borges • Distributore

Il tocco di Re Mida

di 

Fondata nel 2006 da Pedro Borges, Midas Filmes è riuscita a crearsi una nicchia nel ridotto panorama della distribuzione cinematografica portoghese. Non tutto ciò che Midas tocca diventa oro, ma in soli quattro anni la compagnia è riuscita a migliorare la disponibilità di film sul mercato locale e ha confermato la sua buona reputazione tra gli appassionati locali.

Cineuropa: Cosa l’ha spinta a creare una nuova compagnia di distribuzione nel 2006, nonostante il clima difficile che caratterizzava, allora come oggi, l’industria cinematografica portoghese?
Pedro Borges: Midas Filmes è stata creata nel luglio 2006, dopo la bancarotta di un progetto nel quale ero stato coinvolto per 15 anni. Era importante allora, e lo è tuttora, difendere il cinema e i grandi film che continuano ad essere realizzati. Sapevamo dall’inizio che Midas non avrebbe solo distribuito, volevamo raggiungere tutti i settori dell’industria, perché una volta che cominci a distribuire film ti dà assuefazione. Non puoi smettere di farlo e di certo compensa le difficoltà che ci sono nel paese nel quale lavori.

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Quali sono i vostri criteri di scelta e quali titoli preferite?
Come tutti, vogliamo distribuire i migliori film al mondo, anche se non sempre è possibile. Vogliamo far uscire film che ci permettano di sopravvivere, possibilmente di registi che amiamo, vincitori di premi ai festival etc. Prestiamo molta attenzione a filmmaker emergenti le cui opere originali e peculiari ‘devono’ essere distribuite, anche quando sappiamo che sarà difficile compensarle finanziariamente. Negli ultimi anni abbiamo portato nelle sale La classe — Entre les murs [+leggi anche:
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, e debutti come Go Get Some Rosemary e Afterschool. Distribuiamo anche alcuni dei registi portoghesi più talentuosi, come João Canijo, Pedro Costa e João Botelho.

Cosa l’ha portata alla decisione di espandersi oltre l’esercizio?
Date le condizioni lavorative in Portogallo, o fai tutto (produrre, distribuire in sala, vendere) o è dura. Ma noi facciamo anche quello che altri non fanno, e questo è vero soprattutto nella produzione: vale la pena produrre pellicole che senza di noi non esisterebbero. Abbiamo prodotto circa dodici documentari e ora siamo al lavoro con Sangue do Meu Sangue, nuovo lungometraggio del principale regista locale, João Canijo. Seguiamo progetti di registi che vogliono lavorare con noi. E per fortuna, fino ad oggi siamo stati sempre piuttosto impegnati.

Quali sono i maggiori ostacoli per un distributore indipendente in Portogallo?
Il maggiore ostacolo è il paese stesso e le sue pubbliche autorità: viviamo in un mercato privo di regole. E poi ovviamente un problema di esercizio: poche sale indipendenti, oltre a quelle nei centri commerciali e vecchi cinema che avrebbero dovuto essere chiusi anni molti fa.

Quali sono le vostre prossime uscite, e come le promuoverete?
In uscita abbiamo la Palma d’Oro Uncle Boonmee Who Can Recall His Past Lives [+leggi anche:
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di Jacques Rivette, e i documentari Wasteland e Dancing Dreams. Abbiamo anche acquisito i diritti locali per i nuovi progetti di Nanni Moretti, François Ozon e Julie Delpy.
Le campagne promozionali dipendono dalle caratteristiche dei film e dai diversi target. Cerchiamo di lavorare a stretto contatto con la stampa, i giornalisti sono fondamentali nella diffusione della conoscenza dei film e nella costruzione di un’attitudine critica nei confronti di opere di autori meno noti e che sfuggono a classificazioni, come Zidane di Douglas Gordon e Shirin di Abbas Kiarostami, che abbiamo distribuito di recente.

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