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Lech Majewski • Regista

Livelli prospettici

di 

- Lech Majewski unisce il suo interesse di sempre per Breugel alla collaborazione con studiosi e artisti per creare un'opera che incontra il pittore nelle sue atmosfere

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intervista: Lech Majewski
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Lech Majewski: L'eccellente libro di Michael Gibson [The Mill and the Cross - Peter Bruegel's "Way to Calvary"] è stata l'ovvia ispirazione. Bruegel mi affascina sin da quando ero ragazzo, e soprattutto “Giochi di bambini”, "La torre di Babele" e i suoi paesaggi invernali. Più dei dipinti, mi ha attratto però il testo di Gibson.

Il dialogo che sentiamo nel film viene dal libro di Gibson?
No, l'abbiamo scritto Gibson ed io. Il suo libro è davvero ben scritto, ma non ha dialoghi.

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Come ha scelto il cast?
Michael York aveva visto una retrospettiva delle mie opere e voleva lavorare con me, Charlotte Rampling aveva visto l'opera Rose Room a Parigi, e mi aveva chiesto di collaborare insieme. Rutger Hauer non conosceva bene i miei lavori, ma da giovane, in Olanda, aveva una copia del quadro di Bruegel in camera. L'ha visto come un segno, ed è entrato subito nel cast.

Da dove provengono i finanziamenti?
I finanziamenti provengono da Polish Film Institute, Polska telewize e dalla Svezia. Abbiamo avuto il sostegno di Angelus Silesius, organizzazione non-profit della quale sono presidente, e che supporta arte e scienza. Avevamo un budget minimo, ma anche i contributi della società di post-produzione Odeon, che voleva dimostrare il suo potenziale. Per la post-produzione abbiamo impiegato più di due anni. Il production manager inglese aveva stimato che il film, tra pre e post-produzione, sarebbe costato 23 milioni di sterline se fosse stato girato a Londra. Da sola, la post-produzione sarebbe costata 18 milioni di sterline.

Come avete combinato pittura e live action?
Gli effetti visivi sono stati realizzati da Odeon a Varsavia. Ogni scena è una combinazione: siamo partiti scegliendo un personaggio del quadro, ne abbiamo analizzato la prospettiva sul computer, e abbiamo notato che non si trattava di una prospettiva singola, ma di varie. Riteniamo che Bruegel utilizzasse diversi bozzetti da diversi punti di vista mentre dipingeva. Abbiamo fotografato e poi ripreso le prospettive individuali. Puoi fotografare le rocce, ma devi riprendere erba ed alberi, perché si muovono. Ci sono vari livelli prospettici, e di media ogni scena ne ha 40. La scena all'inizio del film, con le persone in piedi, è composta da 172 livelli. Ogni figura che si vede è stata inserita nel film separatamente.

Wide Management ha venduto il film in maniera massiccia dalla sua anteprima al Sundance.
Davvero? Beh la verità è che nessuno credeva fino in fondo al potenziale commerciale del film. Ma so che è stato venduto in Spagna, Argentina, Paraguay, Uruguay e Cile, Giappone e Corea del Sud, Stati Uniti e Canada, Australia e Nuova Zelanda, Germania, Austria, Svizzera e Francia.

Il film sarà proiettato nei musei. L'aveva già deciso all'inizio?
Le mie opere sono sempre più spesso proposte nei musei, e quindi non posso dire di non averci pensato. Al Museum of Modern Art di New York e al Kunsthistorisches Museum di Vienna, dove si trova il dipinto originale. Abbiamo fatto una fantastica proiezione al Louvre a Parigi. Charlotte Rampling è venuta da Londra, dove stava girando un film, l'esordio alla regia del figlio. Il pubblico era entusiasta, si è alzato in piedi e ha applaudito per sette, otto minuti. La sala può ospitare 500 posti a sedere, ma c'erano almeno un centinaio di persone sui gradini. E poi stiamo trattando con altri musei, che vogliono davvero aiutare il film.

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