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Julie Delpy • Regista

"Mi piace la sfida di far ridere la gente"

di 

- Julie Delpy presenta a San Sebastian Le Skylab, una commedia corale divertente e ottimista sulla famiglia e le estati della sua infanzia

La regista e attrice francese Julie Delpy partecipa per la prima volta alla competizione del Festival di San Sebastian con Le Skylab [+leggi anche:
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, una commedia corale divertente e ottimista sulla famiglia e le estati della sua infanzia, che pubblico e stampa specializzata hanno accolto con molte risate e applausi.

Cineuropa: Il tema della famiglia è trattato al cinema quasi sempre con toni drammatici, il suo film invece lo affronta da una prospettiva ottimista. Da dove nasce questa visione così luminosa della famiglia?
Julie Delpy: Mia madre è morta due anni fa e volevo renderle un omaggio, ma senza cadere nella tristezza. Volevo realizzare un ricordo brillante e ottimista. Le famiglie non sono perfette, ma la famiglia è tutto. Qualsiasi libro di psicologia ti dice che quando smetterai di dare la colpa ai tuoi genitori comincerai a crescere come persona. Indubbiamente, ci sono famiglie in cui accadono cose orribili ma se la tua non è una di quelle, i problemi saranno minori e crescerai solo quando smetterai di dare la colpa agli altri.

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I diversi personaggi sono ben delineati e amalgamati nella storia. Come si è svolta la scrittura della sceneggiatura?
Cominciai a scrivere la sceneggiatura nel 2001, la misi da parte per altri lavori e alla fine l'ho terminata nel 2009. Volevo un testo che non si basasse su un racconto ma sui personaggi. E' stato un processo difficile. Ho buttato giù una ventina di bozze; poi ho dovuto scegliere gli attori e anche le riprese sono state complesse. Nel montaggio ho cercato di accorciare il film ma alcuni personaggi sparivano. La sfida era dar vita a tutti i personaggi in modo equilibrato.

Perché utilizza lo Skylab come metafora del film?
Volevo utilizzare la metafora di qualcosa di grande che minaccia la Terra mentre in realtà tutto succede quaggiù. La vita è un po' così: la gente si preoccupa per cose di grande rilevanza quando sono i piccoli drammi della vita quotidiana ad essere importanti.

Molte pellicole francesi attuali, ad esempio L'Heure d'été [+leggi anche:
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di Olivier Assayas, ruotano attorno a riunioni familiari. Perché questa tendenza nel cinema francese?

Ultimamente non ho visto molti film francesi, ma può darsi che quando si arriva a una certa età si cominci a guardarsi indietro, alla propria famiglia e a questo tipo di questioni. La mia famiglia non è perfetta però, in qualche modo, devo ringraziarla per le meravigliose estati trascorse in Bretagna.

Che cosa l'ha portata a presentare il film in concorso a San Sebastian?
Il festival mi ha contattata. Sapevo che è una manifestazione molto prestigiosa ma anche che le commedie non vincono i festival, anzi, spesso non sono nemmeno selezionate. E' molto più difficile fare una commedia che un dramma però i festival tendono a privilegiare i drammi, perciò sì, è un rischio parteciparvi.

La sua carriera come attrice e regista non è molto comune nel cinema francese. Che percezione ha della sua evoluzione?
Si vedono sempre più cose nel cinema francese, però 15 anni fa era molto difficile perché nessuno mi prendeva sul serio, come attrice e come regista. Mi risultava difficilissimo trovare il denaro per i miei progetti. Ora è più facile e le cose sono migliorate per le registe di cinema in Francia.

Nei dialoghi dei suoi film politica e sesso sono sempre presenti, come contrappunto drammatico o comico.
Certo, perché le due cose mi interessano moltissimo.

Dopo la parentesi di The Countess [+leggi anche:
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è tornata alla commedia. Si sente più a suo agio con questo genere?

Mi piace la sfida di far ridere la gente. Psicologicamente è un bene per me, perché nella mia vita ho avuto periodi molto cupi, perciò preferisco concentrarmi sulla luminosità. Mi piacerebbe che ogni giorno fosse brillante, ma so che questo non può essere. Questa è la mia scelta.

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