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Cristian Mungiu • Regista

"Cerco di non criticare nessuno"

di 

- L'ultimo film di Cristian Mungiu, Oltre le colline, premiato al 65mo festival di Cannes, conferma il talento del regista rumeno En Rumania el 26 de octubre.

Il festival di Cannes è noto per aver lanciato e sostenuto la carriera di molti registi, e Cristian Mungiu è uno di loro. La Palma d'oro vinta per 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni [+leggi anche:
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ha inaugurato una nuova era per il cinema rumeno e la sua ultima opera, Oltre le colline [+leggi anche:
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, conferma il suo talento (leggi la recensione). La sua arte continua a raffinarsi in un'industria sempre in crisi e in cui il festival continua a credere, come testimonia il ritorno di Cristian Munigu nella competizione ufficiale del 65mo festival di Cannes.

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Quali sono le differenze tra questo suo film e quello precedente?
Cristian Mungiu: Non credo si debba paragonare questo film con il mio precedente. Per capire questo film, bisogna fare tabula rasa di quello che ho fatto prima, perché non ho incontrato gli stessi problemi nella produzione e nelle riprese e ho voluto semplicemente raccontare un altro tipo di storia. Non è un film sull'amicizia come il precedente, bensì un film sull'amore e su quello che provoca l'abbandono dell'amore, sulle scelte che facciamo.

Chi sono i veri colpevoli del film?
Il film mostra una vittima, ma i veri colpevoli non sono mostrati. E' il risultato di un sistema educativo deficitario che è stato messo in piedi molto tempo prima e che non assolve al suo compito con queste persone. Quello che mi interessa non è additare il colpevole. Le scelte sono importanti. Si ha sempre ragione ad aiutare il prossimo, anche la persona che si ama? La si aiuta veramente imponendole i propri valori suo malgrado? Questo uomo di fede pensa di aiutare questa ragazza perché nessun altro lo fa. La porta all'ospedale, ma i medici non possono curarla e lui interpreta questo fallimento come una sorta di diritto sulla sua sorte o sul metodo di trattamento. I suoi atti corrispondono alle sue scelte, ma non sappiamo se lui ha veramente scelto la sua fede né come è arrivato a quello stile di vita. Nessun giudizio.

Considera la religione come qualcosa di pericoloso?
Cerco di non criticare nessuno. Questo film parla di casi particolari. Non c'è generalizzazione e nel descrivere questa piccola comunità, non descrivo la società rumena. Un film non ha la capacità di essere così globalizzante. Oltre le colline tratta più della superstizione che della religione. Non è un'anallisi degli effetti perversi della religione e non dico che le credenze di questa gente corrispondano a quelle della chiesa ortodossa rumena in quanto istituzione.

Una parola sulla fotografia di Oleg Mutu.
Ho cominciato a lavorare con lui quando eravamo studenti. Non abbiamo bisogno di parlare troppo. Stabiliamo alcune cose all'inizio, ma non troppo. 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni era molto formale, ma senza un'angolazione e tutto era molto piatto sullo schermo, pittorico. Qui, quando Oleg segue con la sua camera un personaggio per otto minuti, ci sono momenti in cui quello che la camera filma non è importante, è la coscienza di quello che sta accadendo che importa. Ancora una volta, il regista sparisce, ma questo non toglie nulla all'incredibile talento di Oleg Mutu che mi ha permesso di arrivare a questo risultato difficile.

In che modo la crisi economica del cinema rumeno ha influenzato il film?
Il problema della nostra industria non è finanziario, è culturale. Il cinema, al di là del divertimento, non è popolare in Romania. E' il motivo per cui otteniamo meno soldi dallo stato per i film d'essai ed è la ragione per cui sono dovuto andare a cercare capitali internazionali. Il mio film sarà visto di più all'estero che non nel mio paese. E' così, ma bisogna resistere e continuare a produrre film di qualità che si rivolgano anche al popolo rumeno.

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