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Agnieszka Holland • Regista

"Mi sembra che ci si dimentichi chi era Stalin"

di 

- La regista polacca Agnieszka Holland torna sul dramma di Jan Palach nella Cecoslovacchia del 1969 per la mini-serie Burning Bush

La prima puntata della serie in tre episodi Burning Bush di Agnieszka Holland è stata trasmessa da HBO Europa il 27 gennaio nella Repubblica Ceca e il 3 marzo in Polonia. E' la storia di Jan Palach, studente che si diede fuoco a Praga nel 1969 per protestare contro l'invasione dell'Unione Sovietica. Dopo un'anteprima organizzata in un cinema di Wroclaw, la regista polacca ci ha spiegato le sue motivazioni.

Cineuropa: All'epoca del sacrificio di Jan Palach, che incarna la lotta contro il comunismo, lei studiava a Praga. Quanto c'è di personale in Burning Bush?
Agnieszka Holland: Allora studiavo alla scuola di cinema FAMU, a Praga. Era una tappa molto importante, fondamentale per me, un momento d'iniziazione a più livelli: personale, professionale, politico… Probabilmente l'epoca delle mie esperienze migliori. Il 16 gennaio, giorno in cui Jan Palach si è immolato, ero rientrata in Polonia per le vacanze di Natale. Ma al mio ritorno a Praga, due settimane dopo, c'era ancora gente al cimitero… Sono rimasta molto colpita. Allo stesso tempo, è stato molto doloroso vedere come, dopo quel boom di solidarietà, tutto l'entusiasmo per la lotta sia presto svanito. Ho visto l'agonia della Primavera di Praga: è durata oltre un anno. Si sono dovuti aspettare vent'anni, fino al gennaio 1989 e al 20mo anniversario della morte di Jan Palach, perché si risvegliasse lo spirito di rivolta che annunciava il rovesciamento politico. La storia mi è quindi vicina, vi ero dentro.

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Questo film è un'iniziativa ceca.
Sì, la sceneggiatura del giovanissimo studente di cinema ceco. Stefan Hulik è stata per me un dono inaspettato del destino. E dopo le prime proiezioni nella Repubblica Ceca, mi rendo conto che abbiamo realizzato qualcosa d'importante. E' il primo lungometraggio dedicato a Jan Palach e le reazioni degli spettatori cechi sono molto intense: guardano e piangono… E mi dicono che aspettavano questo film da vent'anni. Amano il mio cinema, specialmente i film girati in Polonia, all'epoca di quello che noi chiamiamo "l'inquietudine morale" (gli anni '70). E hanno fiducia nella mia esperienza personale del loro paese e nel mio impegno nell'opposizione.

Il film è prodotto e finanziato da HBO Europa. Non è il suo primo film per la televisione. Lavora in modo differente per il piccolo e per il grande schermo?
No, mai. Questa differenza non ha importanza per me. Ma bisogna dire che HBO è un produttore speciale. La loro programmazione è ambiziosa e mi sono sentita molto libera: ho potuto realizzare il film secondo la mia visione.

A che punto è il suo progetto di adattamento del romanzo Guida il tuo carro sulle ossa dei morti di Olga Tokarczuk, una delle più note scrittrici polacche contemporanee?
Abbiamo quasi finito la sceneggiatura. Dopo la prima lettura, Olga ed io avevamo dei dubbi sulla possibilità di adattare il libro per il cinema. Ma dopo una dose supplementare di lavoro e di discussioni, ora ci siamo quasi. Attualmente, siamo in fase di ricerca di finanziamenti e di completamento del cast. Ci servono cinque donne della mia età, cosa non facile… Le riprese cominceranno tra la fine dell'anno e inizio 2014.

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