email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

Andrea Cornwell

Producers on the Move 2013 – Regno Unito

di 

- Andrea Cornwell (Lobo Films Ltd) ha prodotto The Last Days On Mars di Ruairi Robinson, selezionato alla Quinzaine des Réalizateurs del Festival di Cannes

Come molti rappresentanti dell’industria britannica, Andrea Cornwell ha tante frecce al suo arco: ha prodotto il fantascientifico Last Days On Mars (selezionato in Quinzaine des Réalizateurs - leggi news) e co-prodotto The Scouting Book For Boys. Per la tv ha realizzato TransitThe Yellow House e Colosseum. Andrea dirige inoltre lo schema New Directions che ha presentato i talenti della regia e della produzione a Londra, New York e Los Angeles per First Film Foundation e scritto due edizioni di un libro utile per i nuovi filmmaker, First Facts. È stata nominata tra gli Young Screen Entrepreneurs del British Council nel 2009.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Cineuropa: Com’è entrata nel mondo del cinema?
Andrea Cornwell: 
Ho cominciato in teatro – dirigevo una mia piccola compagnia a Londra e lavoravo nel West End a spettacoli più grandi. Un amico mi offrì un lavoro in un film di gangster inglese, e non sono più tornata indietro! Ho lavorato in varie aree dell’industria, dallo sviluppo alla produzione fisica, e la produzione mi è sembrata quindi una progressione naturale. L’esperienza forse più utile è stata lavorare vari anni al First Film Foundation per promuovere nuovi registi, scrittori e produttori all’industria a Londra, New York e LA. Ho incontrato molti filmmaker emergenti molto interessanti, e siamo cresciuti insieme.

Vuole dividere con noi alcune delle esperienze nella produzione di Last Days on Mars?
Siamo andati in una prima fase di sviluppo nell’aprile 2011 e un anno dopo eravamo in pre-produzione, è stato relativamente rapido. Siamo stati fortunati, perché il tema ha attratto l’attenzione di cast e troupe - penso piacesse loro il fatto che è un tema insolito nel cinema inglese. Il budget naturalmente era ridotto per un film di sci-fi, ma abbiamo cercato di trarne vantaggio focalizzandoci sui personaggi e rendendoli emozionanti e credibili. In termini finanziari, siamo stati supportati da Universal, BFI, Irish Film Board e Prescience, e Focus è stato il nostro rivenditore quasi da subito. È una co-produzione irlandese, il regista Ruairi Robinson è di Dublino, ma siamo riusciti anche a collaborare con l’industria del VFX, che è in crescita: alla fine abbiamo fatto tutto il VFX e la post-produzione in Irlanda, dato il tema era una parte sostanziale del film. 

Attualmente sta sviluppando Invented Eden. Ci può raccontare qualcosa del progetto?
È un film basato su una fantastica storia vera che ho scoperto attraverso un breve articolo di giornale che parlava della ‘più grande burla dell’antropologia’. Con ricerche ulteriori, la storia si è rivelata ben più complessa e interessante del titolo, aveva una visuale ampia, dalla jungla alla società di New York e Manila. I protagonista erano affascinanti, e sembravano ruoli eccellenti per gli attori. Il finanziamento attualmente è con BBC Films, e spero di andare in produzione il prossimo anno.

Quali sono le sfide che deve affrontare oggi l’industria cinematografica britannica? 
Sono certa che ognuno darà una risposta diversa, ma sicuramente sembra sempre più difficile girare drammi, soprattutto con nuovi talenti. Per i film molto ’british’ nell’ambientazione i budget scendono rapidamente ed è quasi impossibile farcela senza supporto pubblico. È davvero complicato per i nuovi registi emergere: film come The Scouting Book for Boys (girato nel 2009) oggi avrebbero bisogno di un micro-budget per esistere. Detto questo, Last Days on Mars è anche un esordio, e mostra che materiale con prospettive e ambizioni visive si può ancora realizzare.

È stata scelta tra i Producers on the Move di EFP. Cosa significa per lei e quali saranno i benefici a Cannes?
Non vedo l’ora di incontrare il gruppo. Se sei inglese è sin troppo facile restare dentro i confini e pensare solo al mondo in lingua inglese, e quindi è una buona occasione per parlare tutti insieme di collaborazione.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy