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Javier Calvo e Javier Ambrossi • Registi

“Il lavoro è parte della nostra vita quotidiana”

di 

- SAN SEBASTIÁN 2017: Con il loro primo film da registi, il musical La llamada, Javier Calvo e Javier Ambrossi puntano allo stesso successo dell’omonima opera teatrale creata da loro

Javier Calvo e Javier Ambrossi  • Registi
(© Lorenzo Pascasio)

Javier Ambrossi (Madrid, 1984) e Javier Calvo (Madrid, 1991), “los Javis”, coppia artistica e sentimentale, sono stati attori prima che cineasti e hanno diretto una fortunata web serie – Paquita Salas – prima che Enrique López Lavigne, di Apache Films, li incoraggiasse a portare al cinema il loro musical La llamada [+leggi anche:
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, che da anni viene rappresentato con successo nei teatri di tutto il mondo.

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Cineuropa: Come vi siete divisi il lavoro durante le riprese?
Javier Ambrossi:
Metà e metà. Condividiamo la nostra vita, il letto, gli amici, i cani, la casa… tutto. Quindi il lavoro è parte della nostra vita quotidiana e ci scambiamo idee continuamente, che ci servono poi per la sceneggiatura. E al momento di dirigere, seguiamo l’intuito e parliamo fra di noi, come una squadra.
Javier Calvo: Vediamo, mentre avanziamo, in cosa ci sentiamo più a nostro agio e se necessario, ci cediamo il passo. Ci stiamo ancora scoprendo, ma forse io sono più scherzoso, mentre lui lavora di più con gli attori. Ci dividiamo il lavoro, ma ci mettiamo anche l’uno nei panni dell’altro. Siamo 50/50.

La web serie Paquita Salas ha rappresentato per voi un esperimento o una scuola?
E’ stato come il corto che i registi fanno prima del loro primo film, la differenza è che si è trasformato in qualcosa di molto più grande, ma avevamo voglia di imparare. Siamo dei grandi lavoratori e poi ci siamo lanciati nel film senza paura.

Il film La llamada differisce poco dall’opera teatrale da cui è tratto?
E’ abbastanza fedele, ma fa un passo avanti: vedi cose che nell’opera non si vedono ma vengono raccontate, perché il teatro è una location unica con persone che parlano di ciò che accade o che accadrà, e ci sono anche nuovi personaggi. Inoltre abbiamo rimosso qualche battuta che non ci divertiva più o cose che non funzionavao al montaggio. La nostra intenzione era raccontare la stessa storia ma quattro anni dopo; siamo persone diverse, con uno sguardo più nostalgico e maturo.

Il vostro umorismo è locale o universale?
L’umorismo è sempre locale, ma le situazioni concrete sono l’unica cosa davvero universale. Per raccontare qualcosa di divertente devi essere concreto, e non per questo sei meno comprensibile. Non credo che il nostro umorismo sia di nicchia, infatti La llamada è stato rappresentato in Messico e Russia con molto successo. Abbiamo ricevuto complimenti da paesi molto diversi.

E’ stata decisiva “la chiamata” di Enrique López Lavigne per girare il film?
Enrique è stato il nostro Dio, è venuto a trovarci un giorno e ha proposto l'avventura più importante della nostra vita. È come l'ultimo produttore di una specie: vuole davvero che facciamo bene, che miglioriamo e ci capisce, perché ha ancora lo spirito dei vent'anni. Non si prende meriti che non gli spettano e non controlla tutto: ama il cinema e il rispetto che ha è incredibile.

Che cosa ne sarà di “los Javis” dopo il film La llamada?
Non abbiamo nulla di chiaro. Crediamo molto nel film, e se riesce magari ne facciamo altri, se no vedremo quale svolta dare al nostro futuro.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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