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Niels Laupert • Regista

“È importante per i filmmaker evolvere nel modo in cui guardano le cose”

di 

- German Films intervista il regista Niels Laupert, che ha da poco consegnato la sua seconda opera Whatever Happens

Niels Laupert • Regista

Il nuovo film di Niels Laupert, Whatever Happens [+leggi anche:
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intervista: Niels Laupert
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– dal 30 novembre distribuito in Germania dalla Universum Film, e il primo dal suo debutto di dieci anni fa, Seven Days Sunday [+leggi anche:
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– racconta una storia d'amore che non ha nulla a che vedere con la monotonia della leggera comicità con cui il cinema tedesco cerca spesso di conquistare il grande pubblico. Ma la relazione conclusa tra (Fahri Yardim) e Hannah (Sylvia Hoeks), raccontata attraverso diversi livelli temporali, non ha niente in comune neppure con quello che Laupert definisce “il grande cinema d'autore tedesco”.

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“Volevo realizzare un film che raccontasse una storia andando in profondità ma che avesse anche momenti leggeri, divertenti, senza cadere necessariamente in un becero umorismo. Per me era fondamentale che i personaggi si prendessero seriamente, ma volevo anche che non ci fosse un bambino che fa la pipì in faccia a qualcuno, non appena appare sullo schermo. Insomma, un film che gli spettatori trovassero accessibile e che non richiedesse un approccio intellettuale”.

Whatever Happens  è il primo film della Jumpseat Filmproduktion, fondata da Laupert nel 2013 insieme a un suo caro amico, il consulente di strategia Benjamin Grosch. La società è nata da una necessità: c'erano problemi (e tuttora non mancano) a finanziare un altro e più complicato progetto, non da ultimo a causa della sua ambientazione all'estero durante la Prima guerra mondiale.  “Mi sembrava di aver sprecato quattro anni della mia vita”, ha dichiarato Laupert, che ha poi ripensato il suo progetto nella prospettiva di una storia più contenuta e con meno personaggi e location possibili. “Quando le cose non funzionano, ci ho sempre visto un'opportunità, così come in ogni addio; il che è anche un tema di Whatever Happens, naturalmente”.

In questo caso, il regista ha trovato gli attori principali quasi per caso. In un primo momento non aveva considerato Yardim, che recentemente si è fatto conoscere soprattutto per ruoli comici. Ma, ancora una volta, guardare le cose in un'altra prospettiva è stato risolutivo. Anziché visionare il demo, Laupert ha guardato un video su YouTube in cui l'attore presentava un premio per l'integrazione: “Ho notato allora quanto calore e intelligenza ci fosse in Fahri, che di solito interpreta ruoli in cui le sue enormi capacità non vengono sfruttate a pieno”.

Anche se non erano alla ricerca di un'attrice specificamente straniera per il personaggio femminile principale, non è un segreto che Laupert e il suo socio in affari abbiano cercato con attenzione oltre gli angusti confini della Germania. Tra le altre cose, stanno attualmente cercando di realizzare una serie in lingua inglese a Berlino. Entrambi vedono la loro occasione nel nuovo mercato globale per l'intrattenimento di qualità e, non da ultimo, Laupert con la sua esperienza nel campo dei festival è entusiasta delle opportunità offerte dalle coproduzioni internazionali: “I progetti comuni aprono sempre nuove prospettive e nulla è più importante per i filmmaker di evolvere nel modo in cui guardano le cose”.

Alla Jumpseat sono in lavorazione anche una storia d'amore in lingua inglese e un racconto di formazione in tedesco e la speranza di Laupert, nella sua duplice veste di regista/autore e produttore, è quella di raccogliere frutti dopo Whatever Happens. La questione di cosa sia il successo è, ovviamente, anche una questione di prospettiva. Il il 42enne, con lo sguardo rivolto al futuro, ha dichiarato: “Naturalmente, un filmmaker sogna sempre il grande pubblico. Fare film solo per se stessi è la più costosa forma di onanismo, ci ammoniva sempre un professore”. “Ma c'è una differenza tra fare film pensando che piaceranno al pubblico di massa, e fare film pensando che quello che ti tocca personalmente possa toccare anche altre persone. La seconda è la strada che continuo a seguire”.

In collaborazione con

 

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(Tradotto dall'inglese)

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