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Michael Haneke • Cannes 2005

Le verità nascoste

di 

- Un film dai toni bluastri come un livido sulla pelle

Haneke torna per l'ottava volta a Cannes con un film, Caché [+leggi anche:
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, dai toni bluastri come un livido sulla pelle e che ha tutti i numeri per reclamare un premio. Con un magnifico Daniel Auteuil (Juliette Binoche l'affianca), meno shoccante della Pianista [+leggi anche:
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, ma con la capacità di lasciare un'inquietudine che è difficile scrollarsi di dosso. Haneke ci chiede di non raccontare la trama. "La forza del film sta nel catturare l'attenzione con il suo sviluppo. E' tutto è lasciato alla riflessione dello spettatore".

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Una storia privata per raccontare una storia più grande, la rimozione delle colpe francesi nei confronti dell'Algeria?
La questione algerina naturalmente è nel film, ma sarebbe un peccato ridurre la storia solo a questo. E' un film sulla colpa in generale, sulle colpe personali di ognuno di noi, la storia di un uomo che nasconde la testa sotto la coperta per dimenticare le sue scelte. Ogni Paese ha una colpa da rimuovere, come la Francia, ma in ogni Paese le conseguenze politiche possono essere diverse. L'Austria, la Germania hanno anche loro un passato da lasciare nell'oblio.

Nel film qualcuno minaccia una famiglia, spedendo cassette VHS con immagini riprese di nascosto della loro vita privata. Ma lei non svela il colpevole.
Sta allo spettatore trovare una soluzione, dare un'interpretazione. Io pongo delle domande, chi guarda il film è invitato a dare le risposte. Per questo il finale è aperto, e forse non è così importante sapere chi è il mittente di quelle minacce. I film mainstream danno sempre la risposta prima ancora di porre una domanda. I film che non ho più dimenticato sono quelli che mi hanno destabilizzato.

E' certamente qualcuno che ha una vecchia questione da regolare.
Si intuisce un grande dolore dietro quelle minacce. Non direi mai di un mio personaggio che è malato, pazzo o perverso. Io suggerisco solo delle soluzioni.

E certamente lei non vuole indicare dove stia la verità.
Tutti i miei film ruotano attorno alla verità, si domandano cosa sia la verità. La verità nel cinema, nei media, la manipolazione di essa. Ecco perché uso l'immagine nell'immagine, per destabilizzare la percezione dello spettatore e porgli il problema di dove si nasconda la verità. E' una questione che mi coinvolge sempre e mi fa reagire. Ma non sono un maestro di scuola, stimolo solo la volontà dello spettatore di comunicare con il film.

Il protagonista conduce una rubrica di letteratura in tv. Libri e immagini. E' più difficile per un intellettuale nascondersi?
Si può sapere tutto ma essere emozionalmente indifesi. Sono un intellettuale, ma questo non mi aiuta molto nella mia vita privata!

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