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Luc e Jean-Pierre Dardenne • Registi

"La storia di persone che vengono da lontano"

di 

- Lorna's Silence Migliore Sceneggiatura Cannes 2008

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, proiettato in competizione ufficiale al 61mo Festival di Cannes, i registi belgi Luc e Jean-Pierre Dardenne hanno raccontato alla stampa internazionale la genesi di un lungometraggio che affronta, attraverso il ritratto di una donna, il tema difficile dell'immigrazione clandestina in Europa dell'est.

Cineuropa: Com'è nata l'idea di Le silence de Lorna?
Jean-Pierre Dardenne: E' una storia che una giovane donna ci ha raccontato prima di L’enfant. Un membro del nostro staff ci aveva consigliato di andarla a trovare e uno dei suoi racconti ci ha ispirato. Più che altro la sua situazione, perché la storia vera è diversa da quella del film.

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Il film è severo con l'Europa?
Jean-Pierre Dardenne: anche se si svolge in Europa occidentale, ciò che ci interessava era la storia di persone che vengono da lontano, come arrivano e che mezzi sono pronte ad utilizzare per realizzare i loro sogni. Lorna è un essere umano con le proprie contraddizioni, una donna che diffida di tutti e che a un certo punto impara ad avere fiducia. Perché la storia funzionasse, bisognava che non venisse da un Paese dell'Unione Europea. E' albanese, ma poteva essere brasiliana o russa. Non si può andare contro i flussi migratori, come si credeva di fare dieci anni fa. Oggi bisogna accoglierli in modo fraterno e umano, ma senza essere ingenui, perché i datori di lavoro a nero ne traggono profitto.

La circolazione fisica del denaro è molto presente nel film.
Jean-Pierre Dardenne: è ciò che regola parte dei nostri rapporti, ma non è per forza negativo. In questo film, tutti i personaggi vogliono cambiare vita e il solo mezzo per riuscirci in questo mondo è il denaro. Contrariamente a molti altri film, non facciamo come se il denaro fosse una cosa vergognosa: lo mostriamo. E vogliamo ritrarre personaggi umani che gli spettatori non giudichino, come fanno nella vita.

Nelle vostre opere precedenti, la cinepresa era attaccata ai personaggi. In questo film, invece, sembra prendere le distanze.
Luc Dardenne: abbiamo lavorato con una cinepresa un po' più statica perché volevamo guardare questa Lorna misteriosa. Non bisognava muoversi con lei e la sua energia, volevamo registrare con la cinepresa, più che scrivere. E abbiamo anche scelto di girare a Liegi, e non a Seraing, perché è meno deserta. E mettere Lorna e il suo segreto in mezzo alla gente, che ne è all'oscuro, la rende più estranea, trasmette maggiore inquietudine e solitudine.

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