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MIA 2023

Country Focus: Svizzera

Il MIA punta i riflettori sul cinema svizzero di lingua italiana

di 

- A Roma sono stati presentati tre nuovi progetti italo-svizzeri, seguiti da una tavola rotonda sul potenziale delle collaborazioni tra Italia e Ticino

Il MIA punta i riflettori sul cinema svizzero di lingua italiana
(sx-dx) Mauro Donzelli, Tommaso Arrighi, Alessandro Marcionni, Michela Pini e Patrizia Pesko durante il panel

Il primo giorno del MIA – Mercato Internazionale dell’Audiovisivo di Roma (9-13 ottobre) ha ospitato due eventi volti a rafforzare le sinergie tra il cinema italiano ed il cinema svizzero di lingua italiana.

Per l’occasione, la Ticino Film Commission ha anche lanciato la pubblicazione Cinema svizzero italiano, un opuscolo di venti pagine all’interno delle quali si raccontano le esperienze sui set ticinesi del produttore e CEO di Tempesta Film Carlo Cresto-Dina (impegnato in terra elvetica con La chimera [+leggi anche:
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), dell’attore e regista Leonardo Pieraccioni (al timone della commedia Il sesso degli angeli [+leggi anche:
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) e del produttore esecutivo di Cattleya Emanuele Savoini (“fresco del set di un’importante serie TV”).

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Da dieci anni la film commission ha reso sempre più solida e attrattiva l’industria cinematografica del cantone, popolato da poco più di 350,000 abitanti ma dotato di grande potenziale. Nel 2024, grazie alla revisione della legge sul cinema nazionale, questo potenziale potrà esprimersi anche attraverso gli investimenti delle piattaforme streaming, chiamate d’ora in poi ad investire il 4% dei loro profitti generati in loco nel cinema indipendente elvetico e destinando in futuro milioni di franchi alle produzioni svizzere e alle co-produzioni con paesi terzi, inclusa l’Italia.

“Il cinema svizzero italiano, in Svizzera, è – in buona parte – il cinema ticinese. Il cinema svizzero italiano, in Italia, è il cinema italiano fatto in Svizzera. Fatto grazie a quella vicinanza che ci affianca geograficamente e addirittura ci sovrappone linguisticamente,” recita la prefazione di Cinema svizzero italiano. Proprio questa estrema vicinanza è stata al centro dei due eventi organizzati in occasione del MIA.

In mattinata, Villa Maraini, sede dell’Istituto Svizzero Italiano, ha ospitato le presentazioni di tre progetti di coproduzione fra Italia e Svizzera. Il primo progetto è la serie crime Alter Ego, firmata da Erik Bernasconi e Robert Ralston. Si tratta della prima serie nazionale targata RSI insieme ad Amka Films. Il progetto è al momento in fase di post-produzione e vede Gianmarco Tognazzi nel ruolo del detective protagonista. Il secondo è un’altra serie televisiva, intitolata Lugano Connection ed ora in fase di sviluppo. Il ticinese Fulvio Bernasconi e del romano Tommaso Matano, raccontano insieme “la vera storia del primo poliziotto svizzero infiltrato nel narcotraffico boliviano". Infine, il terzo progetto è il lungometraggio Body Odyssey [+leggi anche:
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intervista: Grazia Tricarico
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, diretto da Grazia Tricarico. Una co-produzione Revok Film e Amka Films, il progetto “ha fatto scoprire il Ticino e la Svizzera a Roma, anche grazie al ruolo di ponte tra i due paesi svolto dalla Ticino Film Commission.”

Commentando la sua esperienza svizzera, Tricarico ha affermato: “In Svizzera abbiamo trovato un numero di location impressionante che hanno fatto da sfondo a uno scambio artistico, professionale ma soprattutto umano; un riconoscimento l’uno nell’altro che inevitabilmente si ritrova in ogni fotogramma del film.”

Il produttore Donatello Della Pepa ha aggiunto: “Avendo una protagonista svizzera, Jacqueline Fuchs, abbiamo voluto trovare una sponda svizzera, che si è rivelata fondamentale; non eravamo uniti dalla lingua, ma dal bisogno di costruire un non-luogo che rispecchiasse l’idea di perfezione estetica artificiale di Mona, la bodybuilder protagonista di Body Odyssey.”

La giornata si è poi chiusa con un panel dedicato al cinema svizzero italiano, moderato dal giornalista e critico Mauro Donzelli. Dopo i saluti istituzionali del direttore della Ticino Film Commission Niccolò Castelli e del direttore artistico del Locarno Film Festival Giona A. Nazzaro, sono intervenuti Patrizia Pesko dell’Ufficio Federale della Cultura, Alessandro Marcionni in rappresentanza di RSI, la produttrice di Cinéddoké e Amka Film Michela Pini ed il produttore italiano di Mood Film Tommaso Arrighi.

La pubblicazione Cinema svizzero italiano può essere consultata qui.

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