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10 cose che ogni regista dovrebbe sapere dalla Hot Docs Master Class di John Sloss

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- John Sloss, fondatore di Cinetic Media e cofondatore di FilmBuff e Producers Distribution Agency, rivela all’Hot Docs 10 mosse chiave per una distribuzione ed esibizione di successo

Poche persone nell’industria del cinema indipendente sono molto più qualificati nel presiedere una Master Class sui diritti della distribuzione di film, rispetto a John Sloss. Fondatore di Cinetic Media e co-fondatore sia del Filmbuff e Producers Distribution agency (distributore teatrale di “Exit through the gift shop”, “Senna” e altri), Sloss ha agevolato la vendita e il finanziamento di più di 300 film tra cui “Before midnight, Little miss sunshine, Precious, Super size me, The kids are all right e We need to talk about Kevin”

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Sloss ne ha fatto parte per 30 anni e infatti, giovedì, alla Hot Docs, ha tenuto una Master Class, facendo notare che lui non si è mai trovato in questo “periodo di così dinamica transizione” secondo come si svolge il suo lavoro, in un mondo che rapidamente cambia la modalità di distribuzione cinematografica. “Per me è estremamente eccitante”, ha affermato, “crea delle grandi opportunità per le persone che vogliono fare nuovi film”. Per quasi 90 minuti, Sloss, al centro industriale Hot Docs nel campus dell’università di Toronto, si è seduto con un centinaio di cineasti in erba, rispondendo alle loro domande su come far uscire i loro film nel mondo. Ecco 10 punti salienti

  1. Come utilizzare lo stato attuale della distribuzione come regista. La nostra sensazione generale al Cinetic, e lo confermiamo ogni giorno, è che tutti i buoni film godono di una comunità: I cinefili. Sono coloro che amano i buoni film, ma se si va oltre, ogni film ha le sue comunità identificabili. La memorizzazione infinita nel cyberspazio - insieme con la possibilità di commercializzare direttamente alla comunità il tuo film - è questa l’idea da portare avanti e rendere proficua.Si può cercare di vedere il tuo film anche se non si ottiene l’interesse da parte dei distributori che di solito pagano i diritti per lanciare il film.

  2. L’importanza di una distribuzione teatrale (o in assenza di questo).“Se vuoi che una grande quantità di pubblico vada a vedere il tuo film, non è qualcosa che necessariamente si debba realizzare insistendo sul fatto di passare su una distribuzione teatrale. Ci sono dei film che si prestano ad una presentazione teatrale in base al loro spettacolo o argomento. Ma se vai a New York ci sono 22 film in uscita ogni settimana e 18 di questi fanno una fine pietosa. Penso che sono proprio quei film ad essere danneggiati dal mercato dopo essere stati distribuiti teatralmente

  3. La consegna dei diritti alle emittenti. La risposta breve è che come regista bisogna essere consapevoli di ciò. La posizione di default per ogni emittente è acquisire tutti i diritti, ma la maggior parte di questi scende a compromessi se davvero vogliono il tuo film.

  4. Aggregazione digitale: Sono stanco dell’opacità dell’amministrazione di Hollywood, dei    distributori che sostanzialmente ti dicono che hai bisogno di sapere le basi, esistono diverse componenti per l’aggregazione. Tutto sta nel migliorare il film ed essere intelligenti abbastanza nel capire i periodi giusti di uscita in modo tale da ottimizzarne i ricavi. Vi faccio un esempio. Ho venduto due film nello stesso momento, uno era “Freakonomics” e l’altro era “Client 9”. Freakonomics ha riscosso un enorme successo su iTunes e non sulla tv via cavo e on demand; Client 9, al contrario, ha riscosso grande successo sulla tv via cavo e on demand e meno su itunes. Molte conoscenze si acquisiscono promuovendo i film, puoi fare una bravata su Hulu per un giorno che funziona come passaparola, è come se fossimo nel selvaggio west, esistono molti modi per creare e migliorare un film, e ritengo che un aggregatore dovrebbe saperlo.

  5. Come il ruolo dei registi cambia o no, nello spazio On demand. Sinceramente non vedo che il ruolo dei registi sia cambiato, penso che questi ultimi abbiano degli obblighi verso i loro film. E credo che chi non la pensa così, si merita le conseguenze, specialmente nei documentari. Puoi avere il soggetto ma il soggetto potrebbe essere fuori a vendere il film, ma si tratta di narrazione. Se il narratore fondamentalmente non può uscire allo scoperto e raccontare la storia, allora perché stanno facendo questo? Ho sempre considerato questo punto di vista.

  6. Aspettative per i registi dei documentari. Se non si è Michael Moore o Morgan Spurlock, non necessariamente andrai a fare milioni di dollari, intendo dire, Alex Gibney ha fatto soldi con “Client 9” ma quasi nulla con “Taxi from the dark side”, che è il film che gli ha fatto vincere un academy award. Bisogna guardare con senso di responsabilità al soggetto che si vuole scrivere anche se si stratta si un soggetto commerciale. Ma non è tutto.

  7. La pirateria. “La pirateria è un freno, credo nei diritti d’autore. Immagino che sia un punto di vista sgradito tra i giovani di oggi, ma ne sono fortemente preoccupato. Ho sempre affermato che non mi preoccupa la scomparsa dei dvd, sono molto a favore all’efficienza economica. Se il giusto prezzo per il contenuto è di 1,99 dollari, allora questo è quanto dovrebbe costare. Il sistema del mercato libero dovrebbe determinare proprio questo, se c’è qualcosa di completamente virale e la gente lo vuole, lo fai pagare 50 dollari, il potere è tutto tuo. Ma l’unica cosa che non va è la pirateria, è un grosso problema. Il mio personale punto di vista, e non so se le persone la possono pensare come me, è che meno è il desiderio di possedere qualcosa per niente, quanto il desiderio di aver qualcosa quando e dove vuoi.

  8. Come questo si applica sull’industria cinematografica di oggi. L’errore che l’industria della musica ha fatto è pensare di controllare le persone mentre ascoltano la musica. Se itunes avesse iniziato lo stesso giorno di Napster, l’industria della musica avrebbe un aspetto diverso oggi. L’equivalente di ciò nell’ambiente cinematografico, è l’insistenza dei teatri nel produrre uno spettacolo, pur avendo 4 mesi di tempo tra quando puoi vederlo al cinema e quando puoi vederlo a casa. Se dici a un ragazzo di 25 anni di non andare su bitTorrent, se ne frega e lo scaricherà lo stesso. È proprio un grosso problema, sono un accanito sostenitore. Le sole persone che non lo sono, sono quelli che possiedono un cinema.

  9. Quali film vanno bene in diverse piattaforme. Ci sono alcuni film che vanno bene sul video on demand e sono film di genere o che godono di stelle del cinema come protagonisti. I film che riscuotono successo su itunes accolgono un pubblico giovanile; le persone che guardano i film sulla tv via cavo o on demand sono i più anziani e quelli poco abili con la tecnologia. C’è una risposta migliore a questo… ma la differenza sta ad un livello molto più alto.

  10. Il finanziamento comune.Sono un fan sfegatato del crowdfunding, sono super infastidito, non ho fatto il mega one… Veronica Mars o Zack Braff. Sono molto preoccupato, perché tralasciando le sue strategie, ho paura che venga utilizzato in modo errato. Qualcuno mi ha detto qualcosa che mi ha scosso e cioè che il crowdfunding non riguarda la raccolta fondi bensì creare una community, trovare le persone che sostengono davvero quello che vuoi. Ciò che mi piace del crowdfunding, e che spero di vedere realizzare, è fidelizzare  e credo che il miglior utilizzo del crowdfunding sia la prevendita. Svilupperò questo punto per i registi più tardi. Il fatto è che ci sono delle persone che devono darti il permesso di fare il film- che poi è il finanziatore- e che poi il film venga visto è davvero un’idea primitiva in un universo in cui adesso puoi chiedere alle persone di vedere il film e magari contribuiscono a finanziarlo.

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