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MIA 2023

Rapporto industria: Tendenze del mercato

Al MIA, l’Associazione Produttori Audiovisivi presenta il nuovo Rapporto sulla Produzione Audiovisiva Nazionale

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In 2022/2023, il valore complessivo degli investimenti in produzioni originali italiane è stato di €1.8 miliardi, mentre gli investimenti su piattaforme lineari è stato di circa €1 miliardo

Al MIA, l’Associazione Produttori Audiovisivi presenta il nuovo Rapporto sulla Produzione Audiovisiva Nazionale
Chiara Sbarigia, presidente dell’Associazione Produttori Audiovisivi (APA), durante la presentazione del rapporto (© MIA)

Nel corso della mattinata della giornata di chiusura del MIA – Mercato Internazionale dell’Audiovisivo di Roma, Chiara Sbarigia, Presidente dell’Associazione Produttori Audiovisivi (APA) ha presentato il 5° Rapporto sulla Produzione Audiovisiva Nazionale, relativo alla stagione 2022/2023. Durante la presentazione sono intervenuti Lucia Borgonzoni, Sottosegretario di Stato al Ministero della Cultura; Eleonora Andreatta, Vice Presidente Italian Originals di Netflix; Antonella d’Errico, Executive Vice President Content di Sky Italia; Antonella Dominici, Senior Vice President Streaming per Sud Europa, Medio Oriente e Africa di Paramount+ e Pluto TV; Gina Nieri, Consigliere di Amministrazione Mediaset e Giampaolo Rossi, Direttore Generale della RAI.

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Tra i numeri più significativi presenti nel Rapporto è emerso che nella stagione 2022/2023 il valore complessivo degli investimenti in produzioni originali italiane (afferenti a tutti i generi) è stato pari a €1.8 miliardi e che gli investimenti su piattaforma lineare (free e pay) è stato di circa €1 miliardo.

Chiara Sbarigia ha poi dichiarato: “La costante crescita della componente online vale oggi quasi un terzo di quella televisiva. Film e serie per la TV e il VOD di finzione costituiscono il genere principale per volumi di investimento (55%) ma abbiamo rilevato una crescita importante dei documentari e dell’animazione, principalmente sul segmento VOD.”

Per quanto riguarda l’intrattenimento, i dati rivelano che nella stagione 2022/2023 sono cresciute le ore offerte in prima visione sulle reti lineari (16.855), segnando così una crescita +7% rispetto alla stagione 2021/2022. Rispetto alla stagione precedente anche i servizi OTT registrano una buona crescita, in termini di ore (+5%) e di titoli (+9%), “premiando in particolare il modello della produzione indipendente (+24% di titoli e +30% di ore).”

Al contempo, crescono gli adattamenti da format internazionali sia in termini di titoli (+11%), sia in termini di ore (+39%), in particolare grazie ai generi talent, reality, dating e factual.

I format italiani venduti all’estero, invece, registrano una crescita marginale (soltanto due titoli in più rispetto alla stagione precedente). In merito al documentario, si evidenzia una leggera crescita in termini di ore (+4% per un totale di 555 ore) ed una lieve flessione sui titoli (-1%, per un totale di 231 titoli).

Una leggera diminuzione si registra anche nel numero di contenuti trasmessi dalle reti lineari (183, -9%) accompagnato da un aumento delle ore in palinsesto (442, +5%). Risulta, inoltre, “rilevante l’incremento di documentari per le piattaforme OTT (48, +41%), che puntano però su format più brevi, con una sostanziale tenuta delle ore (93, -2%).”

All’inteno del segmento kids il Rapporto sottolineea che l’animazione rappresenta i 3/4 dell’offerta e che il genere che cresce maggiormente è lo scripted (ovvero film e serie TV). In particolare, “le produzioni o coproduzioni con ruolo rilevante di soggetti produttivi nazionali impattano per il 15% dell’offerta kids,” mentre “nell’offerta scripted primeggia la serialità con 56 titoli (48%) e 548 ore (79%), che si mantiene stabile e privilegia il formato della serie breve, più diffuso tra le OTT.”

Per quanto riguarda l’andamento dei generi, il drammatico risulta in lieve crescita (+4 titoli, +3% ore), la commedia arretra (-3 titoli, -10% ore vs 2021/2022) e si registra un’esplosione dei contenuti teen e coming-of-age (+11 titoli, +62% ore), prevalentemente diffusi nella serialità e predominanti nei cataloghi OTT.

Infine, parlando dei dati relativi alla forza lavoro del settore, Sbarigia ha spiegato: “Per quanto riguarda i dati relativi all’occupazione sono quasi 117.000 i lavoratori coinvolti nelle attività dell’audiovisivo. Rispetto ai dati del 2021 si registra una dinamica complessiva del +4,7%. La componente del lavoro autonomo è la voce che registra il risultato più elevato (+9,8%), seguita dai dipendenti fuori perimetro (+8,6%), dagli amministratori (+2,4%), dai dipendenti (+0,6%) a fronte invece della sostanziale stazionarietà degli imprenditori.”

Il Rapporto sulla Produzione Audiovisiva Nazionale è stato realizzato da APA in collaborazione con diversi istituti di ricerca, tra i quali figurano eMedia, Ce.R.T.A - Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi dell’Università del Sacro Cuore di Milano e Symbola.

Lo studio è consultabile qui.

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