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Enrique González Macho • Presidente dell'Accademia del Cinema

"Difendo il cinema di contenuti"

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- Il presidente dell'Accademia del Cinema è stato a Malaga solo in qualità di produttore per presentare in concorso Miel de naranjas di Imanol Uribe, ambientato nell'Andalusia del dopoguerra

Da quando è stato eletto presidente dell'Accademia del Cinema nell'aprile del 2011, l'immagine pubblica di Enrique González Macho, nonostante la sua lunghissima carriera come produttore, distributore ed esercente, è cambiata radicalmente, nel bene e nel male. Estremamente rispettato nel settore per il suo lavoro a favore del cinema europeo in generale e spagnolo in particolare, la versione originale e il cinema d'autore, le sue dichiarazioni su Internet (leggi la news) e la sua posizione di rappresentante del collettivo del cinema nazionale gli sono valse l'avversione, da una parte, degli attivisti più radicali del web e, dall'altra, di coloro che ostacolano il cinema spagnolo per ragioni politiche.

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Tutto questo, sommato all'attuale crisi che colpisce la produzione spagnola (leggi la news) e i sospetti di regolamento di conti da parte dell'attuale governo conservatore (leggi la news), fa della presidenza dell'Accademia un compito particolarmente ingrato. Da qui, la soddisfazione espressa da González Macho la settimana scorsa nel presentare al Festival del Cinema Spagnolo di Malaga, solo in qualità di produttore, Miel de naranjas [+leggi anche:
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di Imanol Uribe: “Sono felice della vita. Non ho mai smesso di produrre in questi anni, ma si trattava di coproduzioni, mentre questa è interamente mia. E' normale che questo aspetto rimanga in ombra rispetto alla carica di presidente dell'Accademia”.

Miel de naranjas, che si è aggiudicato alla manifestazione malaghegna i premi della miglior regia e della miglior sceneggiatura originale (leggi la news), è un dramma ambientato nell'Andalusia degli anni del dopoguerra. Come ha detto il giornalista Oskar Belategui, “è il genere di film che la gente che non vede il cinema spagnolo crede rappresenti il cinema spagnolo”. Il luogo comune sulla produzione nazionale è il suo concentrarsi eccessivamente sulla Guerra civile e gli anni posteriori: "Innanzitutto, non è vero. Ad ogni modo, è stato l'avvenimento più importante del XX secolo in Spagna. Perciò se ne dovrà parlare. Chi non impara dal passato ha buone probabilità di ripetersi in futuro", afferma convinto González Macho.

Alla domanda se la sua attività in due settori che devono vedersela direttamente con il pubblico, come la distribuzione (Alta Films) e l'esercizio (Cines Renoir), potrebbe condizionare l'approccio a questo tema per la sua presunta mancanza di popolarità, González Macho è tagliente: “Non ho remore nel trattare alcun argomento, che sia Guerra civile o altro. Oltretutto, i film sulla guerra, come Las trece rosas [+leggi anche:
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o Los girasoles ciegos, stanno andando molto bene”. Quello che sembra chiaro è che, al di là del genere e dell'orientamento politico, González Macho ha un'idea ben precisa del suo cinema: “Difendo il cinema di contenuti. Film d'autore e con una personalità propria”.

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