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Rudi Rosenberg • Regista

"Ci sono persone che a trent’anni non sono ancora libere come Benoît"

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- SAN SEBASTIAN 2015: Cineuropa ha incontrato Rudi Rosenberg, il regista del film che ha vinto nella sezione Nuovi registi del festival basco, Le Nouveau

Rudi Rosenberg  • Regista

Rudi Rosenberg è felice. Per il suo debutto come regista voleva raccontare una storia che gli sta a cuore, una storia sui pregiudizi e l’accettazione all’interno di un gruppo. Dinamico, appassionato, curioso, era molto impaziente di conoscere le prime impressioni del pubblico dopo la proiezione del suo film, Le Nouveau [+leggi anche:
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intervista: Rudi Rosenberg
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, nella sezione Nuovi registi del Festival di San Sebastian. Non è rimasto deluso: il suo primo lungometraggio ha vinto il primo premio. Un premio meritato: Le Nouveau è un gioiellino destinato non solo agli adolescenti, un film leggero, divertente ma complesso, ricco di sfumature. Ci confessa di aver fatto anche lui delle liste ridicole quando era piccolo e assume un’aria da furbetto per raccontarci le stupidaggini che faceva con il suo amico d’infanzia, Max Boublil.  Accanto a lui, il giovane attore Joshua Raccach, burlone e contento di vivere questa esperienza festivaliera, fa eco al suo entusiasmo. Incontro elettrizzante con un uomo quasi liberato e un attore promettente.

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Cineuropa: In un momento in cui sentiamo molto parlare di problemi scolastici (molestie, discriminazione, ecc.), voleva col suo film veicolare un messaggio particolare?

Rudi Rosenberg: Volevo trattare l’argomento dei “complessi” che ognuno può avere usando un punto di vista comico, con leggerezza, perché per molti è un tasto dolente. Al momento delle riprese non sapevo quale sarebbe stato il messaggio, ma alla fine, il messaggio del film è che bisogna liberarsi dello sguardo degli altri e divertirsi sia con le persone che si amano sia con quelle che non si conoscono. Quando si pensa a ciò che Benoît riesce a fare in sei mesi, ci si rende conto che ci sono persone non ci riescono nemmeno in trent’anni.

Questo film è il seguito di un cortometraggio.  Ritroviamo Aglaé, che ha un handicap fisico…

Non è andata proprio così durante la stesura. Inizialmente volevo un gruppo di ragazzi un po’ diversi, rifiutati dalla società e mi sono detto: perché non a causa di un handicap fisico? Allora abbiamo aggiunto il personaggio di Aglaé e abbiamo visto che funzionava. Tuttavia, Le Nouveau non ha lo stesso tema del cortometraggio; in quest’ultimo, c’era una storia d’amore, nel film non proprio. Nel gruppo di Benoît hanno tutti un handicap a modo loro…

Secondo lei, cosa rende Nouveau un film diverso dagli altri? Se lo si guarda con attenzione, si scopriranno molte cose, tanti dettagli… È un film ricco di sfumature: si ride ma, allo stesso modo, si riflette. Rispetto ai film americani, ha un lieto fine, ma non come si avrebbe immaginato. Forse non conquisterà la ragazza, ma stringerà delle amicizie che dureranno tutta la vita. Secondo me, si può riassumere tutto in una frase: “l’eccellenza è un insieme di dettagli, ma non è un dettaglio”. Non dico che il mio film sia eccellente, ma ho cercato in tutti i modi di fare attenzione a ogni dettaglio.

Essendo attore, come ha deciso di passare alla regia?

È successo un po’ per caso. Sono stato attore e poi ho frequentato una scuola di cinema, ma diventando regista, mi sono reso conto che l’unica cosa che mi interessava davvero era dirigere gli attori, allora mi sono detto che dovevo scrivere una storia che potesse servire da pretesto che fare tutto un lavoro con gli attori. Mi sono diretto verso l’universo degli adolescenti, perché mi piace quando le cose sono reali e con loro è così: quando si divertono, lo fanno per davvero.

Cosa c’è della sua esperienza personale in questo racconto?

Sono stato anch’io un Benoît un po’ timido. Ero quello nuovo della classe. E anch’io facevo delle liste. Il mio migliore amico era Max Boublil: insieme ne abbiamo fatte di stupidaggini! Ad esempio, Max viveva sopra un salone di parrucchieri e ci divertivamo a tirare acqua o coca cola in testa alle donne che ne uscivano. Volevo raccontare questo periodo magico della mia vita.

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(Tradotto dal francese)

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