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Christophe Leparc • Delegato artistico di Cinemed

"Convivialità, rigore, eclettismo e scoperte”

di 

- Incontro con Christophe Leparc, nuovo direttore del Festival del Cinema Mediterraneo di Montpellier (37ma edizione dal 24 al 31 ottobre)

Christophe Leparc  • Delegato artistico di Cinemed

Segretario generale della Quinzaine des réalisateurs di Cannes dal 2008 dopo essere stato responsabile sulla Croisette della coordinazione alla Settimana della Critica, Christophe Leparc è il nuovo delegato artistico di Cinemed, il Festival del Cinema Mediterraneo di Montpellier, la cui 37ma edizione sta per cominciare (dal 24 al 31 ottobre 2015 – leggi la news). 

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Cineuropa: Il Festival del Cinema Mediterraneo è molto ben considerato. Quale tocco personale desidera apportarvi?
Christophe Leparc: Uno dei miei obiettivi è metterlo sotto il segno della convivialità, cioè provare a tornare alle origini della parola “festival”: una festa del cinema, sia per i registi invitati sia per il pubblico. Bisogna andare al di là delle singole proiezioni, perché la parte conviviale è sempre un plus in un festival, con incontri e scambi tra gli artisti e il pubblico. Noi organizziamo una grande festa in onore di Tony Gatlif, uno degli ospiti delle retrospettive di quest’anno. Con lui ci saranno molti dei suoi attori, come Asia Argento, Lubna Azabal e Céline Sallette e la proiezione in suo onore di Gadjo Dilo sarà seguita da un concerto di Rona Hatrner (una degli interpreti del film) gratuita e aperta a tutti. 

La competizione è leggermente stretta quest’anno.
Sì, perché le altre parole d’ordine sono rigore ed eclettismo. Rigore, perché se siamo qui per mostrare il cinema e fare delle scelte in tutto quello che ci propone il bacino mediterraneo, queste dovranno essere rigorose in termini di qualità. Eclettismo, perché sono rappresentati tutti i generi cinematografici: giallo, commedia, dramma, animazione, ecc. Non c’è un solo cinema, ma più cinema, non ci sono sottogeneri e si possono apprezzare sia Miguel Gomes sia Hot Shots nella retrospettiva su Valeria Golino. Tuttavia questo eclettismo è basato sull’amore per il cinema, dunque su un’esigenza in termini di qualità. Inoltre, siamo sempre alla ricerca di nuovi talenti. Su 10 lungometraggi in competizione, ci sono sei anteprime assolute e degli otto documentari, quattro sono anteprime. Scoprire persone nuove e seguire gli autori dopo i corti fa parte della nostra missione. 

Al di là di Tony Gatlif, cos’ha guidato la sua scelta riguardo alle retrospettive?
Da molti anni curiamo uno dei monumenti del cinema spagnolo, Carlos Saura. Abbiamo seguito anche il lavoro di restauro fatto da Tamasa per tutte le sue opere negli anni ’60 e ’70 e abbiamo aspettato il momento giusto per presentare la più grande retrospettiva possibile. Rendiamo omaggio anche al giovane cinema portoghese perché, un po’ come abbiamo fatto l’anno scorso con la Grecia, bisogna rendersi conto che questo Paese che è stato in preda a forti difficoltà economiche, è particolarmente dinamico in termini di creazione cinematografica. Al di là della retrospettiva guidata da Miguel Gomes, abbiamo due lungometraggi in competizione (John From [+leggi anche:
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di João Nicolau e Montanha [+leggi anche:
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intervista: João Salaviza
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di João Salaviza), un documentario, due corti e due mediometraggi di ricerca. Si tratta di fare il punto su cosa provoca questo fermento creativo. E noi ne approfittiamo per parlare degli accordi di coproduzione franco-portoghese in vigore da tre anni e che riguardano anche i cortometraggi in Portogallo. Quanto a Miguel Gomes, che è un po’ la punta di diamante di questa generazione portoghese, è sicuramente con Xavier Dolan e Apitchapong Weerasethakul uno degli autori che riflette ciò che può portare l’arte cinematografica e terrà una masterclass a questo proposito. Infine c’è Valeria Golino con Per amor vostro [+leggi anche:
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intervista: Giuseppe M. Gaudino
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per il quale ha ricevuto il premio all’interpretazione a Venezia e che aprirà il festival. È una grande attrice dal percorso atipico e notevole, perché ha lavorato con Dustin Hoffman e Sean Penn ad esempio, ha avuto una carriera in Francia con Olivier Marchal, è poi passata alla regia, ecc. Avremo anche una notte dedicata a Sergio Sollima, un grande regista che ha segnato il cinema italiano degli anni ’70 con i suoi western e i suoi gialli violenti, film politici e che vanno al di là del semplice divertimento. E suo figlio Stefano, anch’egli regista, presenterà il suo film, Suburra [+leggi anche:
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intervista: Stefano Sollima
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, che uscirà in Francia a dicembre.

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(Tradotto dal francese)

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