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Petr Vaclav • Regista

“I film per i quali ho ricevuto finanziamenti sono solo la punta dell’iceberg”

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- Cineuropa ha incontrato il regista ceco Petr Vaclav in occasione della prima nordamericana del suo ultimo lavoro, We Are Never Alone, a Toronto

Petr Vaclav  • Regista
Petr Vaclav, sul set di We Are Never Alone

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segna il ritorno di Petr Vaclav come regista di lungometraggi dopo una pausa di 13 anni. Prima di concludere il dramma sociale che si concentrava sui membri marginalizzati della comunità rom, era già impegnato nella preparazione del progetto successivo, We Are Never Alone [+leggi anche:
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, una parabola atroce sulla società moderna presentata al Toronto International Film Festival. Il regista ceco è ancora molto impegnato: ha appena terminato il suo prossimo road movie, Skokan [+leggi anche:
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, e ha girato contemporaneamente il documentario Confession of the Vanished [+leggi anche:
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, che ha per oggetto Josef Mysliveček, uno dei più importanti compositori d’opera italiana del XVIII secolo. Vaclav sta inoltre cominciando i preparativi per Il Boemo, dramma storico che prende spunto dalla vita reale di questo compositore.

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Cineuropa: The Way Out, We Are Never Alone e Skokan danno vita a una trilogia vagamente connessa. Come è nata questa trilogia?
Petr Vaclav: The Way Out, We Are Never Alone e Skokan hanno sicuramente molto in comune, ma non erano stati pensati per essere una trilogia. I tre film non hanno gli stessi personaggi, né gli stessi temi; ciascuno è diverso stilisticamente. Tuttavia, ho lavorato con gli stessi attori e la stessa squadra, e abbiamo girato tutti e tre i film molto velocemente, uno dopo l’altro (le pellicole sono state girate tra il 2013 e il 2015). I rom e la loro esistenza ai margini della società giocano un ruolo cruciale nei tre lavori.

Quali sono state le principali forze ispiratrici dietro We Are Never Alone?
Per prima cosa volevo creare dei personaggi che si evolvessero con i loro temi e le loro storie individuali. Non c’è una trama principale né un unico protagonista – ci sono otto protagonisti e le loro storie. Alcuni sono disposti a scambiare la libertà ottenuta 25 anni fa con una finta sicurezza e una ricchezza egoista. Anche se commentano e criticano il generale declino sociale e morale, rinunciano alle loro responsabilità nei confronti della società. I protagonisti sono disorientati dal mondo moderno, eterogeneo e in costante cambiamento. Per questo odiano l’Unione Europea che vedono come la fonte della globalizzazione e quindi dei loro problemi. Non pensano alla loro esistenza come a qualcosa di fortunato o a una sfida, e annegano nella depressione, nell’aggressività, nella paura e nell’odio. La coesistenza della rassegnazione di alcune persone e della fiducia nella vita di altre è eterna – l’ho percepita nella generazione dei miei nonni, e la vedo nella generazione dei miei coetanei. E questo è vero sia in Repubblica Ceca che in qualsiasi altro luogo.

Dopo l’uscita di The Way Out, che la gente ha spesso paragonato al suo debutto cinematografico, Marian, We Are Never Alone si differenzia nella sostanza e nella forma da entrambi. Come mai ha optato per un tratto più sperimentale?
Perché non voglio girare sempre gli stessi film e anche perché i tempi cambiano. Sono trascorsi anni tra Marian e questi lavori. Avere uno stile riconoscibile, dal mio punto di vista, non significa filmare sempre allo stesso modo, seguendo lo stesso metodo. Inoltre, i film per i quali ho ricevuto finanziamenti sono solo la punta dell’iceberg di tutte le mie intenzioni, visioni e progetti. Ma la verità è che qualsiasi cineasta desidera una varietà di temi e stili formali molto maggiore di quella che si riesce ad ottenere alla fine.

Diversamente da The Way Out, utilizza ironia e umorismo in We Are Never Alone.
Sarebbe noioso tratteggiare un argomento triste e crudo in maniera triste e cruda. Mi sono concentrato sugli abitanti benestanti del centro Europa che incolpano del loro nichilismo personale la condizione in cui versa il mondo. Danno la colpa dei loro fallimenti personali alla società, alla politica, alla decadenza generale, ai rom e agli immigrati. I personaggi femminili e i bambini in We Are Never Alone sono diversi: più forti e più positivi degli uomini. Contro tutti gli ostacoli e il nichilismo degli uomini, queste donne vanno avanti perché vivono per i loro figli, e i bambini guardano al futuro con incessante speranza nonostante un inizio difficoltoso delle loro vite.

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(Tradotto dall'inglese)

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