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Philip John • Regista

“Mi hanno ricordato due versioni di me stesso quando avevo la loro età”

di 

- Il regista Gallese Philip John, che si è fatto un nome con Serie Tv come Downton Abbey e Outlander, ha presentato il suo film d'esordio Moon Dogs al Varsavia Film Festival

Philip John • Regista
(© WFF)

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è il film d'esordio del regista Gallese Philip John, il pluripremiato regista televisivo di  Downton Abbey e Outlander. Il film è stato presentato nella categoria Proiezioni Speciali del 32° Festival di Varsavia. Ambientato nei paesaggi mozzafiato della Scozia, questa divertente e arguta commedia adolescenziale agrodolce narra la storia di un trio di giovani ribelli mentre scoprono il mondo e loro stessi. Cineuropa ha incontrato John per discutere del processo creativo dietro il suo film d'esordio.

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Cineuropa: Dopo 20 anni di successo in televisione, cosa l'ha portata a decidere di realizzare il suo primo film, e di focalizzarlo su tre adolescenti?
Philip John:
Il produttore mi ha chiamato, chiedendomi di leggere la sceneggiatura. Era barocca, e questo non mi piaceva. Ma c'era qualcosa di grandioso tra i due personaggi– due fratellastri – che sono in competizione. Mi ricordavano due versioni di me stesso quando avevo quell'età. Mi riconoscevo sia in Thor, grande appassionato di musica, che in Michael, che è totalmente senza speranza. La storia è incentrata essenzialmente sui due ragazzi che si recano a Glasgow per riconquistare una ragazza, e non è una gran storia. Poi ho capito che ci serviva una protagonista femminile che cambiasse le loro vite. Molti spunti sono arrivati dalla mia adolescenza e dal triangolo amoroso di cui io, il mio migliore amico e una ragazza abbiamo fatto parte.

I protagonisti sono magistralmente interpretati da esordienti, insieme ad alcuni cameo di attori più celebri. Come ha organizzato i casting?
I casting sono la chiave di tutto! Ho lavorato in Tv con tutte le persone presenti nel film. Quindi ho potuto chiedergli un favore, e meno male perché non avevamo soldi. Ho pensato che Denis Lawson sarebbe stato perfetto, e anche Shauna Macdonald. Di solito gli attori sono molto impegnati, quindi è stata una fortuna che le persone che volevo fossero disponibili. Ho incontrato Tara Lee in Irlanda. Mentre cercavamo la protagonista femminile, volevamo qualcuno in grado di capire quel ruolo, farsi avanti ed essere quel personaggio. E Tara era proprio questo. E' venuta all'audizione ed era molto sgarbata e insolente. Era esattamente ciò che cercavamo, qualcuno in grado di avere il controllo.

Tara è un chiaro oggetto del desiderio. Ma il suo personaggio sembra nascondere molto di più.
Nella sceneggiatura parlava molto di più, era molto più politica. Doveva essere una persona molto tridimensionale, che parla di capitalismo, corruzione e di come i governi deludano i cittadini. Era fantastica ed è stato un peccato dover tagliare tutte quelle cose. Quindi si, alla fine, è diventata più una femme fatale. I produttori dicevano che la sceneggiatura era ingenua, ma io credevo davvero in ciò che dice. Quindi forse sono io l'ingenuo.

L'incredibile atmosfera del film è generata in larga parte dalla musica. Perché ha scelto il compositore di Brian Jonestown Massacre Anton Newcombe per le musiche?
La musica fa davvero la differenza; mette fuoco nel film. A Thor come personaggio serviva un'impronta, una vera identità. Non sapevo come crearla a meno che non avessi trovato un vero genio. Non avevo mai incontrato  Anton Newcombe di persona, ma ero un grande fan del suo lavoro. Mi ricordavo di averlo visto nel documentario chiamato Dig!. Ho sempre pensato che fosse un genio. Un mio amico aveva la sua e-mail e quindi gli ho scritto. Di solito le sue musiche venivano messe nelle colonne sonore, ma questa era la prima volta che qualcuno gli chiedeva di comporre per un film intero. Ero assolutamente emozionato per il fatto che questo tizio, di cui sono un grande fan, stesse creando musica per il mio film.

Nel film è presente un festival Vichingo, che sembra quasi una cerimonia di iniziazione di massa…
Up Helly Aa è un vero festival, che si svolge nell'ultima settimana di gennaio e celebra la fine dell'inverno. Ogni anno, padri e figli si radunano vestiti da Vichinghi , con grandi torce, per costruire una galea. E' un'occupazione terapeutica, e unisce la comunità. Abbiamo ripreso questo festival particolare  e cercavamo di capire come inserirlo nella storia. E' una metafora della relazione padre-figlio, un legame che manca tra Thor e suo padre, e di come loro vanno a costruirlo.

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(Tradotto dall'inglese)

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