email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

Pedro Aguilera • Regista

“Bisogna essere ambiziosi con il proprio cinema”

di 

- Abbiamo intervistato Pedro Aguilera, che concorre al festival di Rotterdam con il suo terzo film, Demonios tus ojos

Pedro Aguilera • Regista
(© Lorenzo Pascasio)

Demonios tus ojos [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Pedro Aguilera
scheda film
]
, terzo film del cineasta originario di San Sebastian Pedro Aguilera, rappresenta la Spagna in concorso al Festival di Rotterdam. Ne abbiamo parlato con il regista

Cineuropa: E’ stato a Cannes con La influencia [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
 e ora è a Rotterdam con Demonios tus ojos. Che cosa pensa dei festival?
Pedro Aguilera: Un festival è una vetrina, una mostra. Nel caso di film come il mio, è l'unica piattaforma per promuoverlo. E’ un punto di partenza, dove qualcuno sta sottolineando che il tuo film vale la pena tra le migliaia che ricevono. Per questo, sono dei filtri fantastici, ma non senza un lato negativo: sono stato a Cannes cinque volte come spettatore e c'è tanta porcheria, come nei cinema commerciali in Spagna. Essere in selezione ha a che vedere con chi sei associato, se hai la distribuzione o la coproduzione francese, ecc. Cerco di non girare film da festival, perché ci sono e si vede chiaramente: so che cosa devo fare per andare a Cannes, perché lì interessa l’esotico o il radicale. Non so come ci sono arrivato, perché tutto questo non lo sapevo.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Il suo nuovo film conta sull’appoggio di Ibermedia. E’ stato difficile produrlo?
Bisogna essere ambiziosi sui temi e la qualità, cercare ogni volta di fare film migliori, portare qualcosa; il contrario sarebbe essere poco coraggiosi, anche se molte persone vogliono vedere sempre lo stesso film. Io, essendo severo con me stesso, cerco di migliorare sempre. Voglio che i miei film piacciano a più persone e Demonios… l’ho concepito molto aperto, ma la tappa del finanziamento è stata difficile da superare: mi hanno detto tutti di no. Ci sono voluti sette anni per questo progetto, ma la scelta migliore è lottare per ciò che ti piace, non mentire a te stesso.

Come lo ha finanziato, quindi?
Con fondi privati: molte persone hanno aiutato, capitalizzando il loro denaro. Un miracolo: questo è il tipico film che rimarrebbe in un cassetto se non fosse per il mio impegno personale e perché le persone che vi sono state intorno ne hanno riconosciuto il valore. Ora è a Rotterdam e uscirà nelle sale: questo mi fa chiedere quali siano i criteri per concedere aiuti o per far sì che ne vengano acquistati i diritti. Alcuni sostengono che nessuno andrà a vedere il mio film perché è strano, ma i miei film costano poco e ci posso persino guadagnare; al contrario, altri film con attori famosi sono in deficit.

Su che squadra ha potuto contare?
Il film è stato girato in due fasi: aprile e settembre, con tra le 15 e le 25 persone. Giro con poca gente: mi piace il silenzio sul set, che non ci sia gente ferma a guardare. Meno persone ci sono, meglio è. 

Mi ha sorpreso vedere Ivana Baquero, la bambina di Il labirinto del fauno [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film
]
, avere a che fare con un altro mostro: in questo caso un satiro.
Sì, Ivana è stata molto coraggiosa a mettersi in questo registro e la camera la adora: ho scritto la sceneggiatura pensando a lei poiché avevamo fatto un cortometraggio insieme, The Red Virgin, dove ero assistente alla regia. Quando l’ho vista recitare, ha subito richiamato la mia attenzione. Le sue caratteristiche non sono facili da trovare: bellezza e capacità di essere fredda e inquietante e, allo stesso tempo, dolce ed erotica; questa combinazione era fantastica per il film.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dallo spagnolo)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Leggi anche

Privacy Policy