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José Luis Rebordinos • Direttore del Festival di San Sebastián

“Con Glocal in Progress vogliamo dare visibilità, qualità e prestigio”

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- Abbiamo parlato con José Luis Rebordinos, direttore del Festival di San Sebastián, di Glocal in Progress, attività industry della manifestazione aperta a film girati in lingue europee non egemoniche

José Luis Rebordinos • Direttore del Festival di San Sebastián
(© Montse Castillo / SSIFF)

Abbiamo parlato con José Luis Rebordinos, direttore del Festival Internazionale del Cinema di San Sebastián, di Glocal in Progress, nuova iniziativa industry della manifestazione che si terrà durante quest’ultima, a fine settembre. Il 30 giugno scade il termine per presentare film in questa nuova finestra industry del festival basco, aperta a film girati – ma ancora non completati – in lingue europee non egemoniche.

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Cineuropa: Che cosa differenzia Glocal in Progress dalle altre iniziative industry di questo e altri festival?
José Luis Rebordinos:
E’ un’attività diretta a film europei che, per le caratteristiche del loro idioma, hanno quote di mercato molto piccole: sono film girati in lingue non egemoniche (quindi non in francese, inglese, tedesco, spagnolo, italiano o russo). Per esempio: un film prodotto oggi in euskera ha un mercato potenziale di meno di un milione di persone; o i film islandesi, stupendi e di grande impatto nei festival, hanno un mercato potenziale di meno di 300.000 persone. Vogliamo creare un luogo d’incontro per queste produzioni europee più svantaggiate rispetto a quelle prodotte in inglese o castigliano, con un mercato maggiore. Trasferiamo quindi la fortunata idea di Cine en construcción dal cinema latinoamericano a quello realizzato in lingue non egemoniche.

E quali premi assegna questo concorso?
La post-produzione fino alla copia definitiva, sottotitolata in inglese e in castigliano, e 10.000 € per viaggiare a Madrid e realizzare questa post-produzione. Selezioneremo, tra tutti quelli presentati, tre film che proietteremo per i professionisti presenti a San Sebastián gli stessi giorni in cui si celebra Cine en construcción, in modo che i film di Glocal in Progress beneficino della presenza di coloro che già affollano ogni anno questa attività industry. L'obiettivo di entrambi i concorsi è dare visibilità e prestigio: i film di Cine en construcción finiscono poi a Berlino e a Cannes; hanno tale prestigio che i programmatori seguono da vicino quello che succede qui o a Tolosa. Vogliamo che Glocal in Progress sia un marchio di qualità: che non solo gli agenti di vendita si interessino a distribuirli, ma che anche i festival desiderino vederli per selezionarli.

E’ dimostrato che le coproduzioni internazionali sono il miglior modo per metter su progetti.
Sì, dopo essere stati la porta d’ingresso del cinema latinoamericano in Europa, a livello di programmazione e di industria, ora ci piacerebbe essere anche un luogo d’incontro per le cinematografie europee con queste caratteristiche: dei paesi nordici e baltici, dei vecchi paesi dell’Est, di Irlanda e Scozia, parte del Belgio e dell’Italia... E’ un buon momento per fraternizzare, come baschi che parlano euskera, con paesi europei che parlano lingue diverse.

Quali requisiti devono avere i film per essere presentati al Glocal in Progress?
Devono essere già girati, in fase di work in progress, il più avanzato possibile, ma in post-produzione: il film non deve essere terminato. Inoltre, essere film prodotti in Europa e in lingue non egemoniche. Il termine ultimo per iscriversi è il 30 giugno e sul sito del festival si trovano in dettaglio le condizioni del concorso.

A cosa darà più valore il comitato di selezione dei film presentati?
Soprattutto alla qualità del film, la sua fattibilità per essere completato e la sua capacità di internazionalizzazione: con le caratteristiche per essere distribuito e mostrato in diversi paesi, sia nei mercati che in eventi culturali e festival.

Allo stesso San Sebastián, nelle ultime edizioni, si sono visti film parlati in lingue non egemoniche...
Sì, oltre l’islandese Sparrows [+leggi anche:
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, che ha vinto la Concha d’oro due anni fa, l’anno scorso abbiamo avuto in selezione ufficiale anche il polacco Playground [+leggi anche:
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: l’Europa è molto plurale, con tante produzioni culturali realizzate in lingue non egemoniche, il che non significa che siano residuali, solo che soffrono questo problema di accesso al mercato e hanno un pubblico potenziale (coloro che parlano questo idioma) molto più piccolo.

In tal modo, i film di Glocal in Progress, come quelli di Cine en construcción, formeranno una specie di fucina del festival di San Sebatián?
Amiamo seguire la carriera dei “nostri figli”: ci piace che un progetto che è stato presentato al Forum di coproduzione Europa-America Latina vada poi a Cine en construcción e finisca in una sezione qualsiasi del festival. Questo accade sempre di più: seguiamo attentamente i creatori, dall’inizio alla fine delle loro opere.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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