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SAN SEBASTIAN 2023 Horizontes Latinos

María Zanetti • Regista di Alemania

"Trovo molto affascinante la grande metamorfosi dell'adolescenza"

di 

- La regista argentina presenta il suo primo lungometraggio, accorata cronaca adolescenziale premiata due anni fa al Forum di Coproduzione Europa-America Latina del festival basco

María Zanetti  • Regista di Alemania

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è il debutto alla regia dell'argentina María Zanetti, che ha presentato il film nella sezione Horizontes Latinos del 71mo Festival di San Sebastian, dove siamo stati ricevuti all'Hotel María Cristina poche ore prima della sua prima mondiale.

Cineuropa: Era qui a presentare questo progetto al Co-Production Forum, dove ha vinto il Premio Internazionale Artekino?
María Zanetti:
No, a causa della pandemia. Ma eccomi qui, a godermi la rivincita, per fortuna.

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Cosa l'ha spinta a raccontare una storia così intima e personale come quella di Alemania?
L'ho scritta durante il Covid; stavo attraversando un periodo doloroso e sentivo il bisogno di completare quella memoria emotiva riportata dalle foto che avevo rivisto e da alcune domande che mi ponevo sulla mia adolescenza, volevo indagare su questo: era un bisogno che veniva dal profondo. E ho iniziato a scrivere, all'inizio non una sceneggiatura, ma è da lì che è nato il film. La sua origine è stata il tentativo di capire alcune cose di quando ero bambina: come ho elaborato il dolore in quella fase della vita così particolare e vitale, l'adolescenza.

Nel film si parla di dolore e di lutto, perché ognuno lo affronta in modo diverso.
Il lutto per la morte di un fratello è qualcosa di difficile da elaborare, e io lo sto ancora facendo dopo tanti anni. E nel periodo della pandemia, che ti porta così in profondità, in quel silenzio che regnava, ho deciso di entrarci in pieno, ma dal punto di vista dell'adolescente, perché credo che all'epoca vivessi tutto con meno sovrastrutture. Con l’avanzare dell’età, si mettono degli scudi sulle emozioni, in modo che non abbiano un impatto così forte. Per questo non parlo solo del legame con una sorella che soffre di un disturbo mentale, ma anche di come la sorella adolescente Lola affronta ciò che vede e vive, e di come cerca le proprie esperienze che la facciano maturare. Nella vita ci sono circostanze che ti segnano. Lola ha 16 anni e all'improvviso deve comportarsi come un'adulta in certe circostanze e non vuole farlo; così cerca di andarsene di casa per vivere la sua adolescenza con autonomia e libertà.

Quindi è stata un’adolescente che è dovuta crescere prima del tempo?
In alcune cose sì, in altre ero più immatura. Trovo molto attraente la grande metamorfosi dell'adolescenza: in quella fase siamo tante cose, con meno consapevolezza e poco controllo. Sebbene questa fase vitale sia molto raccontata al cinema, la particolarità è stata quella di ritrarla dal punto di vista di un'adolescente comune e di come quella circostanza e quel legame con la sorella maggiore che sta attraversando un esaurimento nervoso influisca sulla sua vita.

Tutto il processo creativo del film le è servito come terapia?
Più che una terapia, mi ha portato a pormi altre domande, a capire un po' di più di me stessa. La cicatrice è sempre lì, non c'è qualcosa che guarisce, ma qualcosa che si trasforma e acquista un nuovo significato: ci sono altri modi di guardare a quello che ero. Lola, la protagonista, non è me, ma il prodotto di una visione adulta della mia adolescenza. Non è qualcosa di reale, ma l'interpretazione di qualcosa, come i sogni, è uno strano miscuglio di memoria emotiva e finzione.

Comunque, anche se si parla di dolore, lutto e malattia mentale, Alemania non è un film triste.
Nei momenti difficili e dolorosi della mia vita, quello stesso giorno mi è successo qualcosa di leggero e ho riso: per la mia famiglia il senso dell'umorismo è molto importante. Il personaggio non vuole aggrapparsi al dolore, perché la vita non è solo questo, sono tante cose che ti attraversano e all'improvviso ti ritrovi a una veglia funebre a raccontare una barzelletta con gli amici. Alemania parla di una persona in un momento specifico, che vive situazioni diverse.

Perché Alemania come titolo e non un altro paese europeo?
Perché ho frequentato una scuola tedesca e c'erano scambi con la Germania. L'ho fatto. Quel viaggio è stato un'iniziazione e anche il personaggio aveva bisogno di andarsene da casa, prendere un po' d'aria e ritrovare una prospettiva. La protagonista sa di cosa ha bisogno per sopravvivere. Viaggiare ti permette di tornare in un modo diverso. In un altro paese si può essere diversi, e la libertà di stare con estranei in altri paesi, di rispecchiarsi negli altri come non si faceva prima, arricchisce la visione del mondo e degli altri. Viviamo in mondi piccoli e dobbiamo aprirli e riempirli di differenze.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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