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Francia

Olivier Nakache e Eric Toledano • Registi di Un anno difficile

“Quando viviamo eventi importanti, gli esperti spiegano le cose e gli artisti si fanno domande su di esse”

di 

- Incontro con la coppia di registi, che ci parlano del loro ottavo lungometraggio, una commedia graffiante che si svolge tra la fine del mondo e la fine del mese

Olivier Nakache e Eric Toledano  • Registi di Un anno difficile

Olivier Nakache ed Eric Toledano tornano con il loro nuovo film, Un anno difficile [+leggi anche:
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, una commedia graffiante e attuale che si svolge sullo sfondo della fine del mondo e della fine del mese, e che vede protagonisti due antieroi sommersi dai debiti e coinvolti (quasi) involontariamente nella lotta contro il cambiamento climatico. Il film esce domani in Francia e in Belgio, distribuito rispettivamente da Gaumont e Cinéart.

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Cineuropa: Quali sono le origini di questo progetto?
Eric Toledano:
All'epoca del Covid, stavamo scrivendo un film che abbiamo accantonato, perché questa immagine del mondo intero messo in pausa, questo arresto totale delle macchine, come se fossimo stati puniti, ci intrigava troppo. Non ci si muove, non si esce, non si vedono gli amici. Si pensa. Forse avremmo potuto parlarne con uno strizzacervelli, e invece abbiamo fatto un film! Tanto più in un momento in cui si stava creando un mantra politico e mediatico: il mondo dopo. Il luogo in cui tutto cambierà, un mondo che non avrà più le stesse regole. Ci dicevano che il traffico aereo aveva raggiunto il punto di saturazione, che improvvisamente la Terra stava finalmente respirando, che gli animali stavano tornando nelle città... Tutte queste questioni sono emerse in quel momento... e sono scomparse con la stessa rapidità con cui sono arrivate! Quando viviamo eventi importanti, gli esperti ci spiegano come stanno le cose e gli artisti si fanno domande su di esse. Volevamo fare una commedia graffiante, all'italiana, un po' inquietante, che scuotesse le cose e ponesse delle domande. Qual è il legame tra consumismo ed ecologia? Possono incontrarsi coloro che sono in rosso finanziariamente e coloro che amano il minimalismo? E poi, molto pragmaticamente, abbiamo visto un video di Extinction Rebellion in cui alcuni giovani impediscono alla gente di correre verso i saldi del Black Friday. È un'istantanea quasi animalesca della società, con persone che si spingono da una parte e dall'altra. Non un film d’epoca, ma un film dell’epoca.

È una questione generazionale?
Olivier Nakache:
È vero che la maggior parte degli attivisti ambientali di Extinction Rebellion sono giovani, ed è chiaro che questa generazione ha qualcosa da dirci, e non necessariamente solo i suoi attivisti. Il loro software è molto diverso rispetto al nostro alla loro età. E speriamo sinceramente che la loro consapevolezza sulle questioni ambientali cambi le cose. Durante la lavorazione di questo film, abbiamo discusso, collaborato e dibattuto con questi giovani. È stato molto interessante trovare la zona di attrito tra i nostri due straordinari perdenti e questi giovani.

Questi giovani possono avere un modo di agire che qualcuno può trovare fastidioso, ma qui la commedia permette di condividere il loro attivismo e di usare il cinema per sensibilizzare l'opinione pubblica.
E.T.: È chiaro che alcune persone possono provare resistenza nei confronti di queste scelte di attivismo. Ma questi ci hanno subito colpito, perché il loro attivismo è una messa in scena. Quando abbiamo parlato con loro, ci hanno raccontato del sangue finto sul Trocadero, dei travestimenti da banchiere... Ci piaceva far uscire la loro lotta dall'anonimato attraverso il personaggio di Valentine. Grazie a Jonathan Cohen portiamo al cinema molti giovani, che si riconoscono nell'angoscia e nell'ansia ecologica mostrate nel film. Cerchiamo di non essere scollegati dalla realtà. Ciò che ci spaventa è mettere delle etichette, ma anche il non essere al passo con la realtà. A volte vedo registi che amo, che erano riusciti a entrare in sintonia con il loro tempo, e che improvvisamente raccontano storie che sembrano un po' fuori dal mondo. Spero che, a nostro modo, riusciamo ancora a catturare ciò che accade intorno a noi.

A tal proposito, come avete lavorato per essere al passo con i tempi?
O.N.: Abbiamo incontrato molti attivisti, abbiamo fatto azioni con loro e con volontari che si occupano di sovraindebitamento, prima e durante la stesura della sceneggiatura, per confrontare le nostre idee con la realtà.

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(Tradotto dal francese)

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