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BERLINALE 2024 Panorama

Michael Fetter Nathansky • Regista di Every You Every Me

"Il mio film è una storia d'amore, ma non è la ricerca dell'anima gemella"

di 

- BERLINALE 2024: Una persona che ami può avere molti volti diversi, come dimostra il regista tedesco nel suo nuovo film

Michael Fetter Nathansky • Regista di Every You Every Me

L'operaia Nadine (Aenne Schwarz) incontra Paul, un uomo impulsivo che sembra cambiare ogni due minuti, passando dalla rabbia alla felicità. Per un po' sono felici insieme, ma il loro amore sta esaurendo Nadine che, qualche anno dopo, si chiede se ha ancora qualcosa da dare. Abbiamo parlato con Michael Fetter Nathansky del suo film Every You Every Me [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Michael Fetter Nathansky
scheda film
]
, presentato nella sezione Panorama della Berlinale.

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Cineuropa: L'idea di combinare il realismo sociale con un po' di magia e fantasia è inaspettata.
Michael Fetter Nathansky:
È il modo in cui mi è sempre piaciuto lavorare: mi piace combinare i generi. Quando ho iniziato, scrivevo poesie - molto brutte e sdolcinate - e realizzavo documentari. Ero interessato al realismo, ma inserivo comunque alcuni elementi fittizi, cercando di guardare la realtà in un altro modo. Quando studiavo ero molto attento a tutti questi "meta" film e mi piaceva sperimentare in questo modo.

Una mucca si trasforma in un uomo. C'è qualcosa di fantastico nel non spiegare alcuni eventi strani, come lei fa. Ma si tratta di percezione più che di fantascienza.
È così che funziona l'amore: si tratta di imparare a gestire le proprie illusioni. Le persone a cui teniamo vi rientrano o forse non vi rientrano più? Non considero questa sensazione come una specie di scherzo: è molto normale. L'idea di avere una persona interpretata da attori diversi è qualcosa che è già stato fatto in passato. Ma quando si dice che è solo la prospettiva di qualcuno, in questo caso quella di questa donna, è diverso. Si tratta del modo in cui lei lo vede.

La loro relazione è estenuante. Richiede molto da parte di lei. Perché ha trovato interessante questo? Cosa l'ha affascinata di momento in cui, nel profondo, sappiamo di non provare più quello che provavamo prima?
È forse la cosa più triste e terribile. Il mio film è una storia d'amore, ma non si tratta di trovare "quello giusto"; si tratta della capacità e dell'incapacità di amare. Se qualcuno tradisce, almeno hai un motivo per andartene. Ma loro erano un'ottima squadra. Si aiutavano a vicenda, eppure l'amore di lei svanisce. Mi rende molto triste anche solo pensarci, ma questo era il mio punto di partenza. È impossibile cogliere il momento esatto in cui è successo, e questa impossibilità la fa impazzire.

E questo la fa sentire in colpa, probabilmente. Non aiuta il fatto che stiano già lottando per pagare le bollette.
Lei vuole amarlo, disperatamente. Ma come si fa a riaccendere l'amore? Volevo creare un'atmosfera in cui tutto fosse messo in discussione. Non sanno come si evolverà questa brutta situazione al lavoro, che rispecchia anche la loro relazione. C'è sempre un senso di incertezza. Lei non si sente al sicuro da nessuna parte. Di solito stu puoi dire: "So chi sono, so dove lavoro e so chi amo". Questo non è possibile per lei, ed è un fardello pesante.

Tutti conosciamo le storie di donne che si sacrificano, di solito per le loro famiglie. Lei, però, non diventa mai una martire.
È incredibilmente forte. Tiene tutto sotto controllo in fabbrica; è sempre stata sostenuta dal marito, anche attraverso i suoi attacchi di panico. Ma in questo momento si sta ponendo la domanda più grande: "Sono in grado di amare?". Suo marito, che è così insicuro e apparentemente così debole, non deve farlo: sa come amare. Non lo mette in dubbio. Non è stata una performance facile, perché Aenne ha dovuto mostrare che Nadine vuole essere attratta da lui, ma lo perde comunque. Inoltre doveva essere in grado di esprimere lo stesso sentimento verso personaggi diversi, in un certo senso. Solo grazie a lei sappiamo sempre che è la stessa persona che si nasconde da qualche parte.

Nonostante i suoi sfoghi, Paul non è un uomo cattivo. Lo si vede con i bambini ed è un buon padre. Sta cercando di renderle le cose ancora più difficili?
Volevo che fosse il più difficile possibile. Lei ha perso la capacità di vedere qualcosa in lui. Ma forse in futuro, quando sarà di nuovo curiosa della vita, scoprirà le sue nuove incarnazioni? Paul ha delle debolezze, non è mister Perfezione, ma c'è della gentilezza in lui. È questo che a volte trovo così difficile: quando non c'è una spiegazione facile e le cose finiscono comunque tra le persone. Come lo affrontiamo? 

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(Tradotto dall'inglese)

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