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Beate Bille • attrice

Shooting Star 2006 - Danimarca

di 

Una performance notevole nel ruolo di un’estremista di sinistra che affronta un processo per omicidio nel dramma di Per Fly, Manslaughter [+leggi anche:
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ha portato la celebrità a Beate Bille. Divisa tra teatro e cinema, senza alcun timore di affrontare ruoli difficili, Beate Bille è tra le più promettenti giovani attrici nel panorama scandinavo. Intervista con una Shooting Star ansiosa di affermare il suo talento al di là dei confini danesi.

Cineuropa: Raccontaci della tua carriera prima del ruolo da protagonista in Manslaughter di Per Fly?
Beate Bille: Ho iniziato alla fine degli anni ’90, recitando in alcuni corti e in alcuni film. Poi ho studiato alla National Theatre School. Durante il quarto anno di studi ho fatto un film tedesco diretto da Till Franzen, ed ho fatto un provino per Manslaughter. Mi hanno proposto la parte prima del diploma.

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Cha cosa ti ha attirato di più nella sceneggiatura e com’è stato lavorare con Per Fly?
Innanzi tutto, penso che Per Fly sia un cineasta brillante. Ha fatto due film eccezionalmente buoni prima di Manslaughter, e, certamente, il terzo episodio non era da meno. Sono stata felicissima di aver ottenuto il ruolo. Mi piaceva come fondeva i drammi sociali e personali ed il modo in cui esplorava i dilemmi dei personaggi. Per è una persona talmente aperta, sempre alla ricerca dell’espressione più assoluta ed onesta per i suoi personaggi. Avevamo una sceneggiatura, sapevamo esattamente dove stavamo andando ma, allo stesso tempo, era un processo aperto. Continuavamo a discutere le scene e ad improvvisare…

Pil è un personaggio molto difficile. Come lo hai preparato? Immagino tu non sia un’attivista politica, giusto?
No, non lo sono! Anche se la politica mi interessa. Incontrare e parlare con dei militanti è stato uno dei passi più importanti nella mia preparazione. Ho imparato molto da loro. Ho anche letto sull’argomento e ho guardato molti documentari. Da un punto di vista ‘fisico’, una settimana prima dell’inizio delle riprese, Per mi ha consigliato di tagliarmi i capelli e tingermeli di nero.

Hai appena finito di girare Island of Lost Souls con Nikolaj Arcel, che prima aveva diretto il thriller politico King's Game (Kongekabale). Che differenze hai notato rispetto all’esperienza in Manslaughter?
Completamente diverso. E’ un film fantasy pieno di effetti speciali, sul genere di Harry Potter. Mi sono divertita moltissimo. Ho deciso di accettare la parte perché mi piaceva sia la sceneggiatura sia il regista, non tanto perché il personaggio fosse totalmente differente da quello precedente. Se una parte offre degli stimoli, la prendo al volo!

Manslaughter ha fatto di te una celebrità nazionale? come gestisci il tuo rapporto con la fama?
In realtà la celebrità non ha cambiato la mia vita così tanto. Spesso la gente neanche mi riconosce perché sono molto diversa nei film rispetto a come sono nella realtà. Ma chi mi riconosce generalmente viene da me e mi dice quanto ha apprezzato i miei film o per congratularsi per il mio lavoro, cosa che, ovviamente, trovo molto gratificante!

I film danesi sono distribuiti in diversi paesi europei e sono spesso in diversi festival. Ti attirerebbe una carriera internazionale?
Mi piacerebbe lavorare in un film europeo. Ho fatto un film in Germania, Die Blaue Grenze con Hanna Schygulla, e l’esperienza mi è piaciuta moltissimo. Quando sei all’estero incontri persone con diversi punti di vista che arricchiscono molto il tuo lavoro. Sarebbe sicuramente stimolante lavorare in film internazionali. Spero che l’esperienza con shooting stars mi dia l’opportunità di incontrare persone interessanti nel settore. Non vedo l’ora.

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