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Vieri Razzini • Distributore

Cinque film contro le leggi del mercato

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Cinque film visti e premiati nei maggiori festival (Cannes, Venezia, Berlino, Sundance). Cinque film d'autore che non hanno potuto avere una normale distribuzione in Italia. Sono stati scelti dalla Teodora Film di Vieri Razzini e Cesare Petrillo come esempio delle tante opere di grande qualità, originali e anticonvenzionali, che il pubblico perde ogni anno a causa delle cosiddette "leggi del mercato". Una rassegna intitolata "Cinque pezzi facili" (come il mitico film di Bob Rafelson del 1970 con Jack Nicholson) li porterà all'attenzione del pubblico, dal 16 giugno al 14 luglio, in versione originale sottotitolati, contemporaneamente in 10 città (Roma, Milano, Bologna, Firenze, Genova, Padova, Pordenone, Torino, Udine, Savona).

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(DK) di Pernille Fischer Christensen; Tough Enough (Knallhart) [+leggi anche:
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(DE) di Detlev Buck, The Yes Men (USA) di Dan Ollman, Sarah Price e Chris Smith.

Cineuropa: La Teodora, che ha portato in Italia giovani autori come Per Fly, Maria Blom, Susanne Bier, Lucrecia Martel, Cesc Gay, prova a sfidare le leggi di mercato in un'estate che non promette nessuna novità. Quali sono queste "leggi" che ostacolano la circolazione di film di qualità?
Vieri Razzini: Il primo scoglio, tutto italiano, è il doppiaggio, che ha un costo che va dai 30 ai 40mila euro. Proibitivi sono i costi della pubblicità, sia televisiva che radiofonica, che è praticamente obbligatoria: non farlo significherebbe non dare alcuna visibilità al film, ma contemporaneamente si ha il sospetto che siano soldi spesi male. E' il ricatto del mercato.

Il mercato è capace soprattutto di condizionare il pubblico.
Il condizionamento del mercato consiste nel fatto che il pubblico negli ultimi 20 anni grazie alla televisione si è assuefatto ad un certo tipo di intrattenimento, a dei ritmi televisivi che non sono quelli del cinema. E' un linguaggio diverso, e la gente non è più abituata a quello del cinema d'autore, alla sua audacia. Il cinema di qualità non trova posto nella tv e, anche se sarebbe obbligatorio dedicare una quota della programmazione al cinema italiano ed europeo di qualità, le regole vengono aggirate.Il fatto che non ci sia posto per questa cinematografia è uno scandalo macroscopico.

Perché avete scelto proprio questi film?
Nel corso dell'anno, ai festival e altrove, fra tanto prodotto anonimo si vedono dei film molto belli e molto diversi, per linguaggio o per contenuti, dai parametri correnti. Capita a noi distributori, di innamorarci di qualcuno di questi film. Di Tzameti 13 mi ha colpito la storia, di una crudeltà terribile. E poi lo stile straordinario di questo regista georgiano: forme e contenuto si uniscono perfettamente, con una forza impressionate e disturbante. Un film che rimane nella nostra memoria a lungo (leggi il Focus che Cineuropa ha dedicato a questo film). Il film di François Ozon è il secondo capitolo di una trilogia sul lutto che il regista ha iniziato con Sotto la sabbia. A Soap è un debutto che ha emozionato e lasciato quasi stupiti pubblico e giuria dell'ultima Berlinale. Ci sono una delicatezza di tocco e un'intensità che fanno di questa autrice un'autentica scoperta. Tough Enough del tedesco Detlev Buck appartiene alla migliore scuola realista. Prima di realizzare il suo film sulla condizione dei teenagers di oggi nei quartieri poveri di Berlino, questo attore-sceneggiatore-regista si è lungamente documentato frequentando le loro scuole, strade e ritrovi. Infine The Yes Men, nel quale appare anche Michael Moore, è una sorta di esilarante mockumentary no-global sull'Organizzazione Mondiale del Commercio.

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