Wind Journeys e ritmi ammalianti
Wind Journeys del colombiano Ciro Guerra, presentato oggi nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes, ha ben meritato il sostegno di tanti co-finanziatori europei. Questo titolo, coprodotto in Germania da Razor Film e dalla rete ZDF, e nei Paesi Bassi da Volya Films (con il sostegno dell'Atelier della Cinéfondation di Cannes, del World Cinema Fund di Berlino, del Fondo Hubert Bals di Rotterdam e del programma spagnolo IBERMEDIA), è un grandioso percorso iniziatico attraverso la musica e i sontuosi paesaggi della Colombia.
Il vento del titolo è quello che fa vibrare la fisarmonica ornata da corna di toro di Ignacio, sorta di imperturbabile Lee Van Cleef colombiano dal viso brunito dal sole del deserto di Guajira. Ignacio è deciso a lasciare il suo mestiere di musicista ambulante (o "juglar"), nonostante il suo talento e la sua reputazione. Il progetto di restituire il suo strumento (che la leggenda vuole legato a una maledizione) al maestro che glielo aveva affidato, prende pertanto una piega imprevista quando irrompe un ragazzo, Fermin, che comincia a seguirlo come un discepolo. Insieme, i due protagonisti di questo affresco picaresco e il loro piccolo asino andranno da una fiera di paese all'altra, guidati dal sentimento di una ricerca il cui oggetto è indefinito.
Lungo il cammino, sviluppando nonostante la reticenza di Ignacio una rapporto maestro-allievo, i due personaggi faranno scoprire allo spettatore la ricchezza di una cultura piena di superstizioni e di credenze in cui la musica è un affare da uomini. E' infatti partecipando a intense e gustose sfide musicali (l'equivalente locale dello slam o dei duelli rap) che il juglar si guadagna da vivere. E oltre alla bellezza e alla grande durezza dei paesaggi estremi che i protagonisti attraversano, magnificamente fotografati, è tramite lo sviluppo di questa nozione di duello sullo sfondo di penetranti ritmi afro-caraibici che Guerra crea la tensione che permette a questo film di avere momenti contemplativi senza mai sembrare lungo.
Naturalmente, questi faccia a faccia all'insegna dell'antagonismo fanno da pendant alla relazione altrettanto forte tra il vecchio musicista e Fermin, e ancor prima tra Ignacio e il suo maestro, una trasmissione di generazione in generazione il cui commovente epilogo suggerisce che si perpetuerà ancora, così come i potenti ritmi di questo film continuano a riecheggiare nella testa dello spettatore anche a fine proiezione.
(Tradotto dal francese)
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