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VENICE 2009 Venice Days / France

Silent Voices, Léa Fehner realizza un film per dar voce a chi non ne ha

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Il film di Léa Fehner Silent Voices [+leggi anche:
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ha molto commosso il pubblico della proiezione ufficiale alle Giornate degli Autori.

La storia è quella di tre persone i cui destini si intrecciano nel parlatorio di una prigione. Zorah (Farida Rahouadj), una matura donna algerina, vuole incontrare l’assassino di suo figlio. L’adolescente Laure (Pauline Etienne) ha bisogno di un adulto che la accompagni in prigione, perché si è innamorata di un giovane teppista che è stato arrestato (Vincent Rottiers). A Stéphane (Reda Kateb), estremamente bisognoso di contanti, vengono offerti dei soldi per prendere il posto di un prigioniero.

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L’idea per Silent Voices è nata dai molti anni trascorsi dalla Fehner nelle associazioni di volontariato che prestano aiuto alle famiglie dei detenuti. In questo modo la regista ha cercato di dar voce a coloro che raramente vengono ascoltati. Durante l’incontro ha raccontato al pubblico: “Nessuno capisce che per molte persone che non hanno fatto niente di male – i familiari dei prigionieri – il carcere e il parlatorio rappresentano comunque una realtà quotidiana”.

La struttura del film presenta livelli multipli, volta paradossalmente a mettere insieme una serie di persone sole - tutte alla ricerca di un po’ di serenità e del loro posto nella società – nel luogo della separazione per eccellenza. Per la Fehner, il parlatorio di una prigione “è un luogo di frontiera, che separa nettamente l’interno dal mondo esterno. E’ il luogo dei confini” Ma il regista mostra abilmente che queste divisioni e questi confini sono presenti all’interno di ciascun individuo, libero o in prigione che sia.

Nella sua opera complessa, la Fehner affronta anche il problema più generale del sistema carcerario. “E’ come per le braci” ha spiegato. “La più piccola scintilla può far riaccendere le fiamme. Violenza e disperazione possono esplodere in qualsiasi momento se non vengono tenute sotto controllo”. In particolare, ha detto, nessuno in Francia vuole parlare dell’alto tasso di suicidi tra i detenuti che sono ulteriormente separati dal mondo esterno, dal parlatorio, quando vengono messi in isolamento.

Qu’un seul tienne et les autres suivront ha in comune un attore con un altro film delle Giornate, Je suis heureux que ma mère soit vivante [+leggi anche:
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): Vincent Rottiers. Pensato come un personaggio più frivolo, più comico rispetto agli altri, Rottiers non limita però la sua interpretazione di Alexandre alla sola leggerezza. Al contrario, quello che emerge è un’anima ferita, un’altra densa interpretazione di questo attore pieno di talento che ha sicuramente una lunga carriera davanti a sé.

Completato appena qualche giorno prima dell’inizio del festival, Silent Voices è stato prodotto con un budget di 1,4 milioni di euro dalla Rezo Films, che si occupa anche delle vendite internazionali. Uscirà nelle sale in Francia alla fine di novembre.

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(Tradotto dall'inglese)

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