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In concorso - Mang Ying

di 

- Li Yang, che viene dai documentari, osserva con rigore il passaggio violento al capitalismo della Cina. Una coproduzione sino-tedesca

La formazione da documentarista di Li Yang è l'elemento più evidente di Mang Ying (Blind Shaft), presentato oggi in concorso alla Berlinale. Il regista cinese, diplomatosi in regia proprio in Germania (alla Academy Arts di Colonia), debutta nel lungometraggio di fiction con un film rigoroso, che racconta le contraddizioni del grande paese orientale negli ultimi anni. Attraverso i due protagonisti, minatori ed assassini per profitto, Li Yang affronta con lucidità lo sviluppo della società cinese, e la perdità dell'identità culturale nel passaggio violento verso il capitalismo di matrice occidentale.

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Il realismo del plot viene spiegato così dal regista: "Non ho inserito nessuna drammatizzazione esasperata, nessun melodramma. La comparsa delle miniere private è stata salutata come un sogno da molti, ma si è rivelata poi un incubo per migliaia di minatori".
Lo stato dei valori tradizionali è un altro dei temi sui quali Li Yang indulge: "Ho ritratto la nostra società di oggi, e come viene deturpata dall'ingresso di valori nuovi, dagli effetti a volte positivi, più spesso terribili". Il film, che nasce da una coproduzione sino-tedesca tra la Bronze Age Film di Hong Kong, la Splendour Films Ltd dello stesso Li Yang e il Film Workshop di Berlino, verrà distribuito dalla The Film Library di Los Angeles.

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