Isabelle Huppert: "Distruggere l'élitismo, una bella utopia per una commedia"
Lei è frigida, gelida, snob e dirige una fondazione d'arte contemporanea. Lui è espansivo, volgare, beve e abita in un furgone. Per la serie "sono l'uno il contrario dell'altra, eppure…" sbarca oggi nelle sale Mon pire cauchemar [+leggi anche:
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scheda film] di Anne Fontaine (leggi l’articolo), una commedia presentata a Toronto, lanciata da Pathé Films in 421 copie e ben servita dai suoi due interpreti principali: Isabelle Huppert e Benoît Poelvoorde.
Secondo Isabelle Huppert, "contrapporre la commedia al dramma non ha senso. Si pensa, a torto, che ci siano più sfumature nel dramma piuttosto che nella commedia. Mon pire cauchemar non è né farsa né commedia pura. Nel gergo americano, è quello che si definisce 'a romantic comedy', con tutto ciò che implica in termini di emozione e di fragilità dei personaggi".
L’attrice pensa che sia una commedia che "serve ad abbattere i cliché e le frontiere (…) All'inizio, l’arte incarna tutto ciò che separa i due personaggi culturalmente, socialmente, finanziariamente. Ma è grazie ad essa che si ritroveranno. L'arte non è più il segno di una rottura o di una lotta di classe, bensì di un riavvicinamento emotivo. Distruggere l'élitismo è una bella utopia per una commedia".
Isabelle Huppert sottolinea anche l'originalità della regista Anne Fontaine: "Il suo approccio ha qualcosa di anglosassone. All'interno di ogni genere, Anna altera i codici". Un'analisi che rivela il prossimo progetto della cineasta: Grand-mères. Questo adattamento di Anne Fontaine e Christopher Hampton di un romanzo di Doris Lessing entrerà in lavorazione a gennaio in Australia, con protagoniste Naomi Watts e Robin Wright (produzione francese Ciné@, Mon Voisin Productions e Gaumont).
Arriva oggi nelle sale anche Toutes nos envies [+leggi anche:
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scheda film] di Philippe Lioret con Vincent Lindon e Marie Gillain (leggi la news), presentato ai Venice Days (articolo) e lanciato da Mars Distribution in 249 copie.
Si segnalano inoltre il raggelante Michael [+leggi anche:
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scheda film] dell'austriaco Markus Schleinzer, svelato in competizione a Cannes (leggi la recensione - Les Films du Losange in 10 copie), il documentario tedesco Khodorkovski di Cyril Tuschi (Happiness Distribution) e altre otto (co)produzioni francesi: l'apprezzato Noces éphémères [+leggi anche:
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scheda film] dell'iraniano Reza Serkanian (Jupiter Communication), Un pas en avant: Les dessous de la corruption di Sylvestre Amoussou (Tchoko Tchoko), On ne choisit pas sa famille [+leggi anche:
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scheda film] di Christian Clavier (Universal Pictures), Celles qui aimaient Richard Wagner [+leggi anche:
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scheda film] di Jean-Louis Guillermou, Bonsaï di Cristián Jiménez (coprodotto da Cile, Francia, Argentina e Portogallo - UFO Distribution) e i documentari Nos ancêtres les Gauloises di Christian Zerbib (NiZ !), Honk di Arnaud Gaillard (Shellac) e Zones d'ombre di Mika Gianotti (Les Films d’un jour).
(Tradotto dal francese)
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