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BERLINALE 2013 Panorama / Israele / Francia

Rock the Casbah, musica e pietre nei territori occupati

di 

- Il debutto dell’israeliano Yariv Horowitz presentato alla Berlinale nella sezione Panorama

Un gruppo di giovanissimi soldati israeliani presidia il tetto di una casa in un villaggio palestinese in Rock the Casbah [+leggi anche:
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scheda film
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, lungometraggio di debutto di Yariv Horowitz accolto tra gli applausi al 63° Festival di Berlino, dove è stato presentato nella sezione Panorama.

Il film nasce dall’esperienza personale di Horowitz, fotografo dell’esercito israeliano negli anni ‘90, che in Cisgiordania aveva osservato da vicino lo stato di prostrazione dei soldati, inesperti e spesso studenti al servizio militare, in una guerra della quale non capivano e non sapevano nulla.

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Rock the Casbah si apre e si chiude con un atto di violenza, in un circolo vizioso impossibile da rompere.

È il 1989, durante la prima Intifada, e un gruppo di ragazzi israeliani - belli, occidentali ed evidentemente di città - viene portato a Gaza per presidiare un villaggio palestinese.

I soldati sono chiaramente impreparati a gestire la situazione, che prevedibilmente sfugge di mano subito: in un inseguimento solitario, uno di loro resta ucciso da una lavatrice lanciata dal tetto di una casa.

L’assurda disgrazia genera nuove assurdità: i soldati occupano la casa, di proprietà di una famiglia araba, e iniziano a stazionare sul tetto nel tentativo di controllare i movimenti nelle strade e trovare il colpevole dell’omicidio.

Fino qui niente di nuovo rispetto ad un genere molto frequentato dal cinema, quello del film bellico dagli intenti pacifisti sulle ragioni - diverse ma ugualmente valide - delle due parti in conflitto.

Quello che però rende Rock the Casbah interessante e godibile è la sottile rete di relazioni interpersonali che nasce dalla surreale situazione: la famiglia palestinese si sente prigioniera e teme di essere accusata di collaborazionismo dai vicini, gli occupanti israeliani passano ore al sole su un tetto, ad ascoltare rock alla radio e scambiarsi insulti e minacce con i gruppi di bambini in strada, la normale routine del villaggio è sconvolta dalla presenza di ospiti sgraditi, e nessuno sembra capire le ragioni del conflitto.

Girato in 22 giorni in due villaggi dei territori occupati, il film ha incontrato notevoli difficoltà produttive per i temi delicati che mette in scena, ed ha suscitato varie polemiche in patria (“per la sinistra era troppo morbido nei confronti dell’esercito, per la destra troppo morbido nei confronti degli arabi”, ha dichiarato il regista dopo la proiezione).

Scritto da Horowitz e Guy Meirson, Rock the Casbah è una co-produzione fra Topia Communications (Israele), Crescendo Films e 13Productions (Francia) col supporto di Arte Francia. Il film sarà distribuito in patria da United King Films ed è venduto dalla tedesca Films Boutique.  

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