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INDUSTRIA Francia

François Dupeyron attacca il sistema di finanziamento

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- Il regista di Mon âme par toi guérie, in concorso a San Sebastian, racconta le sue difficoltà e spara a zero sui pre-acquisti TV

François Dupeyron attacca il sistema di finanziamento

François Dupeyron  è un regista di non poco rilievo: lo dimostrano i suoi film Drôle d’endroit pour une rencontre (nominato ai César 1989 della miglior opera prima e della miglior sceneggiatura), C’est quoi la vie? (in concorso a San Sebastian nel 1999), La chambre des officiers (in concorso a Cannes nel 2001), Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano [+leggi anche:
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 (fuori concorso a Venezia nel 2003, nominato al Golden Globe 2004), Inguelezi (in competizione a San Sebastian nel 2004) e Aide-toi le ciel t’aidera (menzione speciale a Roma nel 2008). E la sua ultima opera, Mon âme par toi guérie [+leggi anche:
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 (leggi l'articolo) sarà presentata in prima mondiale in concorso al 61mo Festival di San Sebastian (dal 20 al 28 settembre 2013). Quindi, la dura e sentita denuncia che ha indirizzato alla stampa riguardo alle difficoltà che ha incontrato nell'ambito del sistema di finanziamento del cinema francese è da considerarsi di massimo interesse, soprattutto in ragione della qualità del suo nuovo film (ben fatto e sul quale Cineuropa tornerà in dettaglio), e non mancherà di suscitare reazioni.

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"L'ultima volta che un canale pubblico ha messo un soldo in uno dei miei film, era il 2003. Sono dieci anni che mi rifiutano tutto! (..) Non sono rimasto con le mani in mano, ho scritto otto, dieci sceneggiature, ho avuto anticipi sugli incassi, li ho perduti. Ho scritto quattro romanzi (...) Dal 2007, per Canal+ è no! Sono segnato in rosso. 'Dupeyron, amiamo molto quello che fa, ma non questo'. E' il solito refrain, quando lo ascolto, ho paura di quello che verrà dopo".

Riguardo al progetto Mon âme par toi guérie (rilevato infine da Paolo Branco), il cineasta fa un flashback a inizio 2013: "Ho l'anticipo, ho la regione, ed è tutto. La 2la 3Arte, Canal dicono di no. L'ho riscritto, ripresentato. Due volte no. Orange mi dice che forse se avessi un distributore (…) Ad ogni modo, tutti i distributori cui l'ho presentato hanno detto di no (...) Ho avuto due appuntamenti, nella stessa settimana, con due produttori, per due progetti. Mercoledì con uno di questi, per la storia di un uomo che ha un dono. Ha riletto la sceneggiatura e ha evidenziato le parolacce. Sì, le parolacce! (...) Solo perché presenti una sceneggiatura al canale 2 o 3 con una parola volgare qua e là, oh guai! Sei fuori… Hanno un tale potere e hanno paura (...) Sono dieci anni che mi rifiutano tutto e ora è questione di parolacce (...).

Negli ultimi anni ho cercato di capire, mi sono detto che forse avevano ragione loro, che le mie sceneggiature erano troppo questo o troppo quello. Ho provato stili diversi, generi diversi. E ho capito che non c'è niente da capire. Ho perso tempo. Da qualche anno, la tendenza è leggere schede (...) Per due volte mi è stato detto "Soggetto non trattato". Siamo in un sistema sovietico, se la televisione dice sì, tu fai il film, se dice no… puoi andare a quel paese (...) Vedo produttori che si definiscono "produttori indipendenti". Dipendono tutti dalla tv, e oggi dai distributori (...) Due anni fa, ho scritto una dichiarazione d'intenti per una sceneggiatura che stavamo proponendo ad Arte. Ho avuto l'infelice idea di citare Tarkovski per far capire non so neanche più cosa. Orrore! La risposta è stata sferzante: "No, Tarkovski non è possibile."

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(Tradotto dal francese)

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