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FESTIVAL Belgio

Tristesse Club: una bizzarra caccia al tesoro per il padre scomparso

di 

- Il primo lungometraggio di Vincent Mariette è una commedia eccentrica sulla riunione di due fratelli

Tristesse Club: una bizzarra caccia al tesoro per il padre scomparso
Laurent Lafitte, Vincent Macaigne e Ludivine Sagnier in Tristesse Club

Proiettato la settimana scorsa al Film Fest Gent, Tristesse Club [+leggi anche:
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scheda film
]
si apre con la presentazione dei suoi due protagonisti, Leon (Laurent Lafitte), un pessimo marito, padre spiantato e fallito tennista professionista, e suo fratello Bruno (Vincent Macaigne), il proprietario nervoso e un po' nevrotico di un sito web di appuntamenti (che, paradossalmente, non ha una vita sentimentale). I due fratelli ricevono la notizia che loro padre, che non vedono da molto tempo, è morto. Ma quando giungono al funerale nella loro minuscola città natale, non trovano nessuno, nemmeno il corpo del padre. I due sono confusi, la sola persona che incontrano al crematorio è una ragazza di nome Chloe (Ludivine Sagnier), la quale è portatrice di una notizia shock per Leon e Bruno: svela che è la loro sorellastra e che il padre di fatto non è morto, ma scomparso. Scoperto ciò, i tre iniziano un viaggio alla ricerca del padre e alla riscoperta della loro casa d'infanzia.

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Con un stile che ricorda vagamente quello di Wes Anderson, buona parte di Tristesse Club consiste in una serie di mini avventure che caratterizzano la ricerca del genitore scomparso da parte dei due eccentrici fratelli e della loro misteriosa nuova sorella. Tra le scene più memorabili ricordiamo l'incontro con il pazzo vicino di casa, quello con l'ex amante depressa del padre e una scena in cui Leon e Bruno sgusciano nel mezzo della notte per rubare la benzina di un gruppo di ragazzi che campeggiavano vicino al lago. In mezzo a questi tentativi, i tre alloggiano sulle montagne, dentro a un hotel isolato e dismesso di proprietà del loro padre perduto.

I personaggi rappresentano allo stesso tempo il punto di forza e il più grande limite del film – sono abbastanza bizzarri per essere simpatici e piacevoli da guardare, ma il loro rapporto è faticosamente credibile e il colpo di scena finale non è particolarmente sorprendente. Ma ciò che manca maggiormente nella sceneggiatura di Tristesse Club viene compensato dalla vivace scenografia (di Sidney Dubois).

Nonostante il film abbia i suoi difetti, è comunque dotato di uno stile visivo piacevole e di personaggi insoliti che lo rendono adatto per coloro che cercano un divertimento leggero.

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(Tradotto dall'inglese da Michael Traman)

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