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CANNES 2015 Proiezione speciale

Panama: il web delle bugie

di 

- CANNES 2015: Pavle Vuckovic fa il ritratto di una generazione la cui superficialità e depravazione sono alimentate dalla dipendenza dal web

Panama: il web delle bugie
Slaven Doslo e Jovana Stojiljkovic in Panama

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di Maja Milos, in cui giovani ragazze facevano circolare video pornografici su Internet, fece scalpore. Panama [+leggi anche:
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di Pavle Vuckovic, presentato al 68mo Festival di Cannes in proiezione speciale, potrebbe iscriversi in quella stessa linea del cinema serbo, o almeno essere descritto come una strizzata d’occhio a quel film precedente, non tanto per le tante scene di sesso torrido, ma perché giovani senza ideali vi pubblicano video sui social network in cui la dignità umana ne esce tutt’altro che vincitrice. E’ estate, le ragazze sono facili e i loro indumenti intimi fluorescenti visibili sotto le tenute provocanti. In questo clima di tacita depravazione, esaltata da una fotografia ugualmente volgare (e di proposito, come suggerisce l’indirizzo di alcune inquadrature nella seconda metà del film), Jovan (Slaven Doslo) e il suo amico Milan fanno il conto delle loro avventure sessuali. 

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Milan è già molto avanti quando Jovan incontra Maja (Jovana Stojiljkovic), più fresca delle altre ragazze ma ugualmente sensibile alla sua "seduzione" minimalista che consiste nell’avvertirla di non voler niente di serio e nel porle due domande banali cui lei non ha molta voglia di rispondere. Cominciano allora a vedersi, cosa che non impedisce a Jovan di frequentare altre ragazze. L'indifferenza placida di quest’ultimo verso tutte queste fanciulle e il suo gusto della conquista facile vengono pertanto messi in discussione dai non detti di Maja, che alimentano il suo mistero e contrastano con l’immagine che i social network danno di lei. Dapprima infastidito, poi francamente tormentato dalla doppia vita che immagina di Maja, Jovan controlla i suoi spostamenti, si guarda e riguarda ossessivamente i video che lei posta sul suo profilo, e comincia a comportarsi come un fidanzato, arrivando persino a portarle la colazione a letto sottolineando di essere "una perfetta donna di casa".

Se così è, lo stratagemma di Maja si rivela efficace, perché Jovan finisce per vedere solo lei, arrivando persino a dimenticare un istante il suo smartphone, durante un weekend romantico. Non sappiamo se Maja lo faccia apposta a mantenere questo mistero che stuzzica così tanto l’amor proprio e poi i sentimenti reali di Jovan, portandolo a una gelosia estrema e compulsiva. Non è neanche certo che i silenzi di Maja siano colpevoli. La cosa evidente è che questa "doppia" vita di Maja (o questa vita tout court, questa vita reale, né più né meno segreta di ogni normale vita interiore), e sulla quale Vuckovic rifiuta di fornirci informazioni, è un qualcosa che Jovan è incapace di comprendere, abituato com’è ad assimilare la vita così come viene mostrata in Rete. 

Per sottolineare lo sconcerto psicologico di Jovan, Vuckovic sceglie di lasciare lo spettatore nella sua stessa ignoranza circa il destino di Maja, cui dà il nome esotico e un po’ fittizio di "Panama". Così, le piccole debolezze di questa opera prima (il suo aspetto appariscente e la frustrazione totale che impone allo spettatore) coincidono di fatto con le intenzioni del regista, il che rende questo film un’opera ben fatta e promettente per il futuro. 

Panama è prodotto dalla scietà serba Collapse Films e venduto a livello internazionale da Wide Management.

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(Tradotto dal francese)

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