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BERLINALE 2016 Panorama Special

All of a Sudden: un eroe imperfetto come vittima involontaria

di 

- BERLINO 2016: L’innovativa cineasta Asli Özge si misura con il cinema di genere con All of a Sudden, presentato in prima mondiale al Panorama Special della Berlinale

All of a Sudden: un eroe imperfetto come vittima involontaria

Dopo l’ibrida docufiction Men on the Bridge [+leggi anche:
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(2009) e il dramma domestico Lifelong [+leggi anche:
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(2013), entrambi girati in Turchia, la sceneggiatrice e regista nata a Istanbul e stabilitasi a Berlino Asli Özge ha diretto il suo primo film ambientato in Germania. L’innovativa regista si misura stavolta con il cinema di genere con All of a Sudden [+leggi anche:
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, presentato in prima mondiale alla Berlinale, nella sezione Panorama Special.

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Il film comincia con una festa in un appartamento nella piccola città di Altena. L’appartamento appartiene a Karsten (Sebastian Hülk, le cui ultime interpretazioni vanno da Amour Fou [+leggi anche:
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a Hitman: Agente 47) e quando finisce la festa, solo una misteriosa donna chiamata Anna (Natalia Belitski) resta con il padrone di casa, il cui interesse per la ragazza è palese, anche se non lo mostra apertamente.

Il mistero comincia quando la donna sviene all’improvviso e Karsten corre alla clinica locale, che trova chiusa. Quando torna a casa, lei è morta. Quindi la polizia interroga Karsten; non avendo chiamato l’ambulanza nei primi 15 minuti, potrebbe essere accusato di omicidio involontario secondo la legge tedesca.

E’ questo a preoccupare il suo avvocato, mentre suo padre (il sempre affidabile Hanns Zischler, visto di recente in Heil [+leggi anche:
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e Sils Maria [+leggi anche:
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) vuole salvare l’onore della sua agiata famiglia. Quando l’avvocato rivela che la donna era russa, il padre vi vede un’opportunità, rivelando così il tema soggiacente del film che finirà per prevalere sulla forma del genere: le oscure viscere della borghesia tedesca — ed europea occidentale — che vanta la sua apertura mentale e i suoi valori liberali, ma che nei momenti critici non esita a rimarcare la sua supposta superiorità sulle classi basse, specialmente gli immigrati.

Questa società, però, non è meno brutale nei riguardi dei suoi stessi membri. Karsten finirà per essere vittima della pressione del gruppo, esercitata non solo da figure — come il suo capo, che lo retrocede per salvaguardare l’immagine della banca — ma anche, più dolorosamente, dai suoi amici, colleghi e soprattutto la sua fidanzata Laura (l’icona del cinema moderno tedesco, Julia Jentsch). Ma date le delicate implicazioni sessuali del misterioso incidente, la donna ha tutto il diritto di avere sospetti, e Jentsch dà vita al suo personaggio con maestria e una chiarezza assoluta.

Nell’analizzare gli aspetti più sottili dell’ambiente sociale, Özge non manca di mantenere il realismo dei suoi personaggi. Karsten è un eroe imperfetto: le sue azioni, sebbene non necessariamente morali, sono instintive e sostanzialmente volte al bene, almeno all’inizio. Il calvario che attraversa non lo trasformerà in un uomo migliore.

Le montagne che circondano la città aggiungono un forte sentimento di claustrofobia che si riallaccia opportunamente alla pressione che subisce Karsten; il direttore della fotografia Emre Erkman lavora entro i confini della piccola città molto abilmente, come già fece nell’appartamento in cui si svolgeva tutta la trama di Lifelong.

Özge sembra una di quelle registe che non temono di esplorare i temi che le intrigano attraverso forme molto diverse, e questo è, sotto ogni aspetto, il suo film più riuscito finora. Sebbene nella sessione di domande e risposte successiva alla première a Berlino, la regista abbia detto che non era interessata al cinema di genere, questo è un dramma con importanti elementi di thriller, e anche un tocco efficace e inaspettato di mistero lynchiano in una delle scene chiave.

All of a Sudden è una coproduzione tra la tedesca EEE Productions, l’olandese Topkapi e la francese Haut et Court; le vendite internazionali sono affidate a Memento

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(Tradotto dall'inglese)

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