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ASTRA 2016

Keep Quiet: quando un antisemita scopre le sue origini ebree

di 

- Questo documentario britannico è incentrato sulla storia di uno dei fondatori del movimento Jobbik, intenzionato a fare un dietrofront dopo aver scoperto che sua nonna è una sopravvissuta di Auschwitz

Keep Quiet: quando un antisemita scopre le sue origini ebree

I registi-documentaristi britannici Sam Blair e Joseph Martin hanno presentato in prima mondiale la loro nuovissima pellicola, Keep Quiet [+leggi anche:
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scheda film
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, al Tribeca Film Festival. Il film è stato poi presentato al DocAviv e proiettato la scorsa settimana nella sezione OutstanDox dell’Astra Film Festival a Sibiu. Si tratta di una pellicola provocatoria, una storia avvincente e commovente di uno dei fondatori del partito ungherese di estrema destra Jobbik, il quale scopre di essere ebreo. 

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Nato e cresciuto in una famiglia nazionalista, nel 2003 Csanád Szegedi, a soli 21 anni co-fonda il movimento ungherese Jobbik di estrema destra. Nel 2007, ha creato l’organizzazione paramilitare Guardia Ungherese, bandita nel 2009. Durante quello stesso anno, dopo l’enorme successo elettorale, Szegedi diventa un parlamentare europeo. Solo nel 2012  scopre che sua nonna era ebrea. Dopo la confusione iniziale, le sue paure vengono confermate durante una conversazione con la stessa nonna, che compare nel filmato. Nel devastante (non solo per Szegedi) video a bassa risoluzione, sua nonna gli mostra il tatuaggio di Auschwitz.

All’inizio del film, Szegedi prende un treno diretto al memoriale del campo di concentramento, insieme a un altro sopravvissuto che oggi vive in Canada. Sembra quasi accettare le sue origini ebree, ma non riesce a fuggire dalle sue radici ideologiche. “Perché si parla tanto di Olocausto?” chiede all’anziana signora. “Sono morti anche molti soldati ungheresi durante la Seconda guerra mondiale”. 

Probabilmente non è stata un’idea interamente di Szegedi quella di iniziare questo pellegrinaggio. Sconvolto e in cerca di risposte, fa visita al rabbino Oberlander, capo del Consiglio Rabbinico Ortodosso di Budapest, che l’ha preso sotto la sua protezione. L’antisemita ora sembra voler redimersi e diventare un grande credente. Il rabbino viene rappresentato nel film come una guida morale: si offre come esempio morale a Szegedi, si rifà alla tradizione ebraica del perdono e dell’amore assolutamente necessario verso ogni ebreo in una comunità giustamente indignata. 

Politico esperto e personaggio molto carismatico, Szegedi si impegna al massimo durante l’anno per convincere la comunità ebraica di aver riconosciuto la sua errata condotta e di volersi indirizzare verso la redenzione. Tuttavia, nessun ebreo crede a quello che dice ad eccezione di Oberlander. Questi sono proprio i momenti più toccanti dei film, qualsiasi sia il pensiero dello spettatore. 

Keep Quiet si definirebbe principalmente un prodotto cinematografico, frutto dell’unione tra quelle tipiche interviste unite a materiale d’archivio, ma con un focus argomentativo così provocatorio ed emotivamente contraddittorio, che rendono l’approccio azzeccatissimo. Con questo lungometraggio, Blair e Martin hanno creato un racconto accattivante ed emozionante, con l’aiuto tecnico dell’esperto Ben Stark, dando al pubblico cibo per i loro pensieri e input per una discussione indubbiamente emozionante. È certamente difficile mantenere la calma dopo aver visto questa pellicola. 

Coproduzione delle britanniche AJH Films e Passion Pictures, la distribuzione internazionale di Keep Quiet è affidata a The Film Sales Company con sede a New York.

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(Tradotto dall'inglese da Carlotta Cutrale)

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