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LES ARCS 2016 Industria

Il Lab Project Award di Eurimages a Les Arcs per The Hidden City

di 

- Il terzo lungometraggio dello spagnolo Víctor Moreno vince al Work-in-Progress e il progetto di Daniel Sandu si aggiudica il Premio Arte dello sviluppo

Il Lab Project Award di Eurimages a Les Arcs per The Hidden City
Víctor Moreno (secondo da destra) e la squadra di The Hidden City con il premio Eurimages (© Festival de Cinéma Européen des Arcs / Manuel Moutier)

La finestra professionale dell’8° Festival del Cinema Europeo di Les Arcs ha distribuito lunedì sera tre riconoscimenti. Due di questi, assegnati da una giuria che includeva il cineasta francese Bertrand Bonello, sono andati a film di un Work-in-progress giudicato all’unanimità di alto livello, con 16 concorrenti dagli stili molto eclettici. Il Lab Project Award, dotato da Eurimages di 50 000 euro cash, ha ricompensato The Hidden City (La Ciudad Oculta), terzo lungometraggio dello spagnolo Víctor Moreno dopo Holidays e The Building (nominato al Goya 2015 del miglior documentario). Attualmente in fase di riprese, questo documentario con un approccio fantascientifico è prodotto da El Viaje Films e coprodotto dalla società francese Pomme Hurlante Films. Il film esplora il mondo sotterraneo della città moderna: labirinto di gallerie, tunnel, sistemi di fornitura di luce, acqua, gas e telefono, di reti di trasporto e di stazioni della metro... Uno spazio funzionale ed essenziale che è anche il riflesso dell’inconscio della città, e un film le cui due sequenze proiettate a Les Arcs promettono un viaggio letteralmente ipnotico nelle profondità dell’urbano.  

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Sempre al Work-in-progress, il Premio Hiventy (dotato di 10 000 euro in servizi di post-produzione) è andato a un altro progetto documentario: Good Luck di Ben Russsel che si immerge nell’universo di due miniere, una di Stato in Serbia, l’altra illegale nel Suriname. Questo terzo lungometraggio del regista americano apprezzato per Let Each One Go Where He May (in competizione a Rotterdam nel 2010) e per il pluripremiato A Spell to Ward off the Darkness [+leggi anche:
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 (co-diretto con Ben Rivers - passato per Locarno) è guidato dalla struttura parigina Kinoelektron e coprodotto dai tedeschi di CaSK Films.

Da notare, tra gli altri film presentati al Work-in-Progress, l’ottima accoglienza per The Real Estate [+leggi anche:
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intervista: Axel Petersén e Måns Månsson
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 del duo svedese Mans Mansson - Axel Petersen, per Dovlatov del russo Alexey German Jr e per la produzione britannico-francese I Am Not A Witch [+leggi anche:
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intervista: Rungano Nyoni
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 della zambiana Rungano Nyoni, senza dimenticare i promettenti estratti di My Happy Family della georgiana Nana Ekvtimishvili e del tedesco Simon Gross, e le opere prime Hier [+leggi anche:
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 dell’ungherese Balint Kenyeres e The Gulf del turco Emre Yerksan. Si segnalano inoltre l’intrigante Koko-Di Koko-da dello svedese Johannes Nyholm e il prossimo film senza titolo dello sloveno Olmo Omerzu.

Attribuito a uno dei 20 progetti del Villaggio delle Coproduzioni, il Premio Arte International è andato a The Father who Moved Mountains del rumeno Daniel Sandu (il suo primo lungometraggio, One Step Behind the Seraphim [+leggi anche:
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intervista: Daniel Sandu
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, è attualmente in post-produzione), un progetto guidato da Mobra Films. La sceneggiatura è incentrata su un cinquantenne, ex agente dei servizi segreti, che viene a sapere della scomparsa in montagna di suo figlio, avuto da un matrimonio precedente. Si lancia allora alla sua ricerca, un’indagine determinata e sempre più ostinata, che si scontra con l’opposizione degli uomini e della natura.

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(Tradotto dal francese)

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