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SOLETTA 2017

Rue de Blamage, ritratto di un’umanità dimenticata

di 

- L’ultimo documentario di Aldo Gugolz, mette in scena con sensibilità e coraggio la vita di gente “comune”, tra difficoltà e piccole grandi vittorie

Rue de Blamage, ritratto di un’umanità dimenticata

Aldo Gugolz, regista lucernese formato alla HFF di Monaco, presenta in prima mondiale alle Giornate di Soletta e in lizza per il Prix de Soleure la sua ultima fatica Rue de Blamage [+leggi anche:
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, un documentario al contempo diretto e poetico che non lascia spazio al miserabilismo. Aldo Gugolz filma con rispetto dei visi, dei corpi stanchi ma che non si spezzano, testimonianze dirette di un passato e spesso anche di un presente vissuti nella marginalità. Rue de Blamage da voce a chi non ce l’ha o semplicemente l’ha persa, sorta di traduzione in immagini di un mondo interiore popolato da ricordi e sogni.

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La rue de Blamage è una strada incasinata alla periferia di Lucerna. I personaggi che la popolano sono dei così detti “marginali” che vivono spesso al di fuori della società, in un mondo parallelo con le sue regole e le sue contraddizioni. Aldo Gugolz filma alcuni di questi personaggi: un musicista di strada, ex tossicodipendente che cerca in tutti i modi di recuperare il rapporto con il figlio, una rifugiata siriana che vorrebbe vedere la sua famiglia riunita, una responsabile di un bordello stufa di dover servire da psicologa ai suoi clienti, un artista che trae ispirazione per le sue opere dal quartiere stesso ed infine Heinz, spazzino in pensione, che servirà da musa all’artista per creare la sua ultima opera.

È difficile non lasciarsi coinvolgere emotivamente dai personaggi che popolano Rue de Blamage, esseri alla deriva che hanno deciso di vivere al di fuori della società. La loro esistenza è un’avventura costante, un susseguirsi di piccoli e grandi problemi da risolvere, alla ricerca di un’utopica felicità (la rifugiata siriana tenta con tutte le sue forze di far arrivare sua figlia in Svizzera o ancora la responsabile del bordello cerca l’amore attraverso una relazione SM) o semplicemente nel tentativo di sopravvivere. I visi dei personaggi, filmati spesso attraverso piani ravvicinati, sono come delle mappe geografiche di un passato che preferiscono tenere segreto. Il regista rispetta questo loro pudore, forse l’ultima parvenza di dignità che gli rimane, senza cercare di andare oltre il mistero, rivelando dettagli scabrosi della loro vita, ma al contrario lasciandoli parlare liberamente, senza fretta, guadagnandone poco a poco la fiducia. Questo lavoro di accompagnamento silenzioso (non ci sono voci fuori campo a guidare le immagini) regala al film uno strato poetico esteticamente maestoso. Le immagini parlano a volte più delle parole stesse e i personaggi, fluttuanti in una realtà al contempo cruda e irreale, si mettono a nudo davanti alla camera con pudore e coraggio. Aldo Gugolz filma i loro volti e i loro corpi come se ne stesse dipingendo il ritratto. Il caos del mondo esteriore sembra non riuscire a penetrare fino alla Rue de Blamage, sorta di prigione rassicurante dove vivere la propria diversità senza vergogna. La musica di Roland Widmer e Jean-Pierre Smadia, al contempo rassicurante e inquietante, rafforza ancora maggiormente il sentimento di pericolo imminente. I piani sequenza, brevi ma intensi che mostrano i personaggi nel loro habitat naturale: Heinz nel suo soggiorno, attorniato da orologi a cucu e ninnoli di ogni sorta, o ancora il musicista di strada che dorme in un parcheggio sotterraneo si trasformano in “tableaux vivants”, inquietanti e maestosi. Un film necessario che si avventura là dove molti, troppi non vogliono nemmeno posare lo sguardo.

Rue da Blamage è prodotto da Hugofilm, SRF Schweizer Radio und Fernsehen e 3sat e distribuito da Hugofilm.

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