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IFFR 2017

António Um Dois Três: le notti bianche di António

di 

- Il primo lungometraggio di Leonardo Mouramateus, che adatta Le notti bianche di Fëdor Dostoevskij, partecipa nella sezione Bright Future

António Um Dois Três: le notti bianche di António
Mauro Soares e Daniel Pizamiglio in António Um Dois Três

Come gli illustri predecessori Visconti e Bresson, il giovane regista brasiliano Leonardo Mouramateus sceglie di adattare il romanzo breve "Le notti bianche" di Fëdor Dostoevskij per il suo primo lungometraggio, António Um Dois Três [+leggi anche:
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intervista: Leonardo Mouramateus
scheda film
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, presentato nella sezione Bright Future del 45° International Film Festival Rotterdam.

Un adattamento piuttosto libero ma altrettanto rigoroso nello stile che, dopo la San Pietroburgo originale, la Venezia di Visconti e la Parigi di Bresson, ha come sfondo la città di Lisbona. Quella che all'inizio sembrava una banale commedia sentimentale si trasforma in un'opera riuscita, divertente, dalla quale il linguaggio meta-narrativo emerge come struttura portante di tutto il film. Il sognatore si chiama António (Mauro Soares) e anche lui vaga alla ricerca di illusioni, passioni e miraggi romantici che prendono il nome di Deborah, una bellissima ragazza brasiliana dagli occhi verdi, interpretata dall'attrice e regista Deborah Viegas.

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Il montaggio elaborato e originale rifugge l'espediente della narrazione a blocchi. I protagonisti del film, pur tra fortune alterne, mantengono la leggerezza necessaria al racconto di un sogno, poco effimero rispetto al tragico destino del personaggio inventato dalla penna dello scrittore russo. Si diceva che il film ruota sul meta-linguaggio: racconta la genesi di una pièce teatrale che si sviluppa assieme al ruolo dei protagonisti, a loro volta attori, autori e spettatori, amanti o amati, rappresentanti o rappresentati. 

Un'opera ambiziosa, ma non pretenziosa, in cui Mouramateus è bravo ad evitare un certo patetismo ricorrente (a cui di solito ci si riferisce erroneamente col termine “teatralità”)  sia quando si tenta di rappresentare il teatro dell'assurdo sul grande schermo, sia quando gli attori si rivolgono al pubblico, guardando fisso in camera. Idem quando si filma Lisbona: niente viste da cartolina, niente spot pubblicitari, piuttosto un fluttuare sulla città con accenni velati e ironici alla precarietà economica dei suoi attori. Sia gli inserti comici che quelli riflessivi sono misurati definendo il carattere giocoso del film (dal verbo inglese to play inteso sia come giocare che recitare). 

Insomma un bel film: la piacevole narrazione onirica di António Um Dois Três si pone idealmente sulla scia del capolavoro Le mille e una notte [+leggi anche:
recensione
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intervista: Miguel Gomes
scheda film
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di Miguel Gomes, anch'esso scisso in tre; che il nuovo cinema parli portoghese?

Il film è stato prodotto da Filmes do Asfalto (Portogallo), If You Hold A Stone (Brasile), Praia à Noite (Brasile) mentre Ramonda Paris si occuperà della vendita.

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