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INDUSTRIA Europa

I cineasti europei chiedono il rilancio di un'ambiziosa politica culturale europea

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- L'ARP, SACD, FERA e SAA hanno lanciato un appello firmato dai più importanti registi europei

I cineasti europei chiedono il rilancio di un'ambiziosa politica culturale europea

L'ARP, la SACD, la FERA e la SAA hanno lanciato un appello firmato dai più importanti registi europei, in cui si chiede il rilancio di un'ambiziosa politica culturale europea. Leggi l'appello:

"Cittadini e cineasti europei, viviamo in un'Europa che rappresenta una luce di speranza quando resta fedele ai valori di tolleranza, di apertura e di diversità, e si oppone alle mire nazionaliste, oscurantiste e di chiusura che l'attraversano. Poiché è il riflesso di questi valori positivi, siamo convinti che il cinema europeo possa e debba partecipare all'attuazione di una politica culturale europea ambiziosa e rinnovata. Ben lungi dall'essere solo un bacino occupazionale, l'aggiunta di territori o un'unione di mercati e consumatori, la cultura europea è portatrice di identità pluralistiche e di una modalità di espressione libera e democratica. 

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Sebbene in passato l'Europa e il cinema abbiano proceduto talvolta su strade separate, hanno anche avuto l'occasione, per molti anni, di incrociarsi. Ci riferiamo in particolare ai 25 anni che hanno accompagnato la creazione e la circolazione europea attraverso il programma MEDIA, i cui stanziamenti dovrebbe essere rafforzati e la portata ampliata, soprattutto nei confronti degli autori.

L'accesso alla cultura per tutti è un ideale fermamente moderno, economicamente forte, politicamente ambizioso, tecnicamente vivace grazie agli strumenti digitali, e fondamentalmente umano. Questo nuovo ambiente digitale che ci tende le braccia è ricco di promesse e di speranze. Ma anche denso di sfide per gli artisti. 

Tra queste, il finanziamento e lo sviluppo di film europei devono essere la nostra priorità.
Il mantenimento della territorialità dei diritti è ora più che mai un'emergenza perché struttura e garantisce l'alto livello di finanziamenti delle opere in Europa, in particolare a favore delle cinematografie più fragili e delle coproduzioni europee. Questo principio deve essere protetto per garantire l'esclusiva dei diritti e i fondamenti del finanziamento della creazione artistica. È questa territorialità che permette agli spettatori di accedere a tutta una varietà di opere, finanziate grazie all'Europa. Sognare un mercato unico europeo può essere allettante, ma allo stato delle cose, un siffatto progetto violerebbe le fondamenta della diversità e della singolarità culturale. 

Il diritto degli autori di poter vivere della propria arte deve parimenti essere consolidato e rafforzato affinché possano continuare la loro opera di creazione.
Il Parlamento europeo e il Consiglio stanno discutendo su un progetto di direttiva sul copyright. A tutti i cineasti, l'Unione Europea deve garantire in tutto il suo territorio lo stesso livello di protezione e riconoscere un diritto inalienabile alla retribuzione per lo sfruttamento delle loro opere su piattaforme online.

Deve anche incoraggiare la trasparenza e una retribuzione degli autori che sia proporzionata al successo del film. 

L'ingresso dei colossi di internet nell'economia creativa europea è determinante per il futuro del cinema.
L'Europa deve stabilire un obiettivo e garantire le condizioni per una concorrenza più giusta e duratura tra tutti coloro che distribuiscono le nostre opere. Deve anche garantire un principio di equità fiscale e avviare rapidamente degli impegni di finanziamento e di circolazione in merito alla creazione artistica europea, senza possibilità di elusione. Deve infine assicurare una migliore corrispondenza tra il luogo di imposizione e il luogo di distribuzione delle opere, così come già avviene per l'IVA.

L'Europa non è un nuovo Far West, un luogo senza fede né legge: deve assicurarsi di applicare le stesse regole a tutti i distributori, piattaforme, siti di condivisione o social network.

Infine, visto che la piaga della pirateria non è certo scomparsa e che l'offerta legale fa fatica ad attirare gli spettatori, è necessario valorizzare una migliore presentazione delle opere su tutti i supporti.
Va accelerato lo sviluppo di strumenti di posizionamento dei film legalmente accessibili, così come devono essere incoraggiate le collaborazioni tra Stati membri o le azioni collettive concertate.

Ogni autore spera innanzitutto di vedere la sua opera accessibile al maggior numero di persone: garantirne un'ampia circolazione nelle sale cinematografiche, sulle reti televisive, sui supporti digitali e in tutti i servizi on demand, è una priorità. Ma si tratta anche di rispondere alle nuove aspettative del pubblico. E i professionisti del settore dovranno impegnarsi in questa direzione. E per parte loro, anche le istituzioni europee dovranno garantire una presenza minima e la promozione delle opere europee sui servizi on demand, creare un legame virtuoso tra il digitale e la creazione artistica senza fare piazza pulita della diversità culturale.

La posta in gioco è alta e la sfida enorme: essere uniti tutti, politici, artisti e cittadini, per ripensare e ricostruire una politica culturale esigente ed ambiziosa, che tenga conto del digitale, della sua economia e dei suoi usi, che valorizzi le opere e metta gli artisti al centro della sua azione."

Primi firmatari: 

Fatih Akin (Germania)
Robert Alberdingk Thijm (Paesi Bassi)
Alejandro Amenábar (Spagna)
Christophe Andréi (Francia)
Montxo Armendáriz (Spagna)
Clio Barnard (Regno Unito)
Marco Bellocchio (Italia)
Lucas Belvaux (Belgio)
Pablo Berger (Spagna)
Julie Bertuccelli (Francia)
Iciar Bollain (Spagna)
John Boorman (Regno Unito)
Fred Breinersdorfer (Germania)
Miroslava Brezovská (Slovacchia)
Peter Carpentier (Germania)
Marianna Čengel Solčanská (Slovacchia)
Dan Clifton (Regno Unito)
Fernando Colomo (Spagna)
Stijn Coninx (Belgio)
Catherine Corsini (Francia)
José Luis Cuerda (Spagna)
Jean-Pierre Dardenne (Belgio)
Luc Dardenne (Belgio)
Dante Desarthe (Francia)
Leonardo Di Costanzo (Italia)
Fabrice Du Welz (Belgio)
Klemen Dvornik (Slovenia)
Benedikt Erlingsson (Islande)
Stephen Frears (Regno Unito)
Matteo Garrone (Italia)
Costa Gavras (Francia)
Jochen Greve (Germania)
Michael Haneke (Austria)
Michel Hazanavicius (Francia)
Miguel Hermoso (Spagna)
Hrvoje Hribar (Croazia)
Agnieszka Holland (Pologne)
Dariusz Jablonski (Pologne)
Agnès Jaoui (Francia)
Joachim Lafosse (Belgio)
Eric Lartigau (Francia)
Claude Lelouch (Francia)
Marek Leščák (Slovacchia)
Zuzana Liová (Slovacchia)
Daniele Luchetti (Italia)
Miloslav Luther (Slovacchia)
Ole Christian Madsen (Danemark)
Ursula Meier (Francia-Svizzera)
Roger Michell (Regno Unito)
Radu Mihaileanu (Francia)
Catalin Mitulescu (Roumanie)
Cristian Mungiu (Roumanie)
Olivier Nakache (Francia)
Annette K. Olesen (Danimarca)
Ruben Östlund  (Svezia)
Sir Alan Parker (Regno Unito)
Paweł Pawlikowski (Polonia)
Raoul Peck (Francia)
Sverre Pedersen (Norvegia)
Adela Peeva (Bulgarie)
Nicolas Philibert (Francia)
Ventura Pons (Spagna)
Corneliu Porumboiu (Romania)
Elina Psykou (Grecia)
Marián Puobiš (Slovacchia)
Di Redmond (Regno Unito)
Jaime Rosales (Spagna)
Michaël R. Roskam (Belgio)
Lone Scherfig (Danimarca)
Volker Schlöndorff (Germania)
Céline Sciamma (Francia)
Maurizio Sciarra (Italia)
Jerzy Skolimowski (Polonia)
Marko Škop (Slovacchia)
Paolo Sorrentino (Italia)
Birgitte Staermose (Danimarca)
Hugh Stoddart (Regno Unito)
Charles Sturridge (Regno Unito)
Ondrej Šulaj (Slovacchia)
Bertrand Tavernier (Francia)
Eric Tolédano (Francia)
Dušan Trančík (Slovacchia)
Joachim Trier (Norvegia)
Fernando Trueba (Spagna)
Felix Van Groeningen (Belgio)
Wim Wenders (Germania)
Susanna White (Regno Unito)

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