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LOCARNO 2017 Piazza Grande

Lola Pater: "Come può vedere, suo padre non è qui"

di 

- LOCARNO 2017: Un film toccante e ben fatto su famiglia, radici e identità, con un’eccezionale Fanny Ardant nei panni di un transessuale; firmato Nadir Moknèche

Lola Pater: "Come può vedere, suo padre non è qui"
Nadia Kaci e Fanny Ardant in Lola Pater

La morte di una madre innesca facilmente una tempesta di forza inattesa nella vita di un uomo; e questo è il caso di Zino, personaggio motore del nuovo film di Nadir MoknècheLola Pater [+leggi anche:
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, in prima mondiale nella sezione Piazza Grande del 70° Festival del Film Locarno. All’elaborazione naturale del lutto, questo giovane parigino, accordatore di pianoforti, apparentemente sicuro di sé (interpretato dal promettente Tewfik Jallab), aggiunge un altro vuoto, rimosso fino a quel momento e ancor più profondo, quello creato dall’assenza del padre, che aveva abbandonato moglie e figlio 25 anni prima. Questa è la tela sulla quale il regista franco-argentino, già apprezzato per i suoi precedenti lavori (Le Harem de Mme OsmaneViva LaldjérieDélice Paloma [+leggi anche:
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), ricama pazientemente una storia tenera, con personaggi difficili e malinconici, senza cedere alla tentazione di eccedere nel dramma e frapponendo invece una lieve e divertita distanza, in una situazione che sarebbe facilmente potuta scivolare in una plumbea pesantezza o in un ridicolo teatrino. Infatti, Zino scoprirà presto che suo padre Farid è diventato una donna e si chiama Lola (interpretata a meraviglia da Fanny Ardant). 

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Pungolato dal notaio che gestisce gli atti di successione, Zino scende nel sud della Francia per portare la notizia della morte di sua madre a quello che fu una volta suo marito. Ma Farid/Lola, che conduce oramai un’esistenza felice in coppia con una donna e tiene corsi di danza, si nasconde, evitando le prevedibili conseguenze dell’incontro. Con grande timore, Lola decide tuttavia di armarsi di coraggio ("Bisogna che ci riesca da sola. Ho paura. L’ho abbandonato. Venticinque anni dopo mi ripresento. Come può prenderla bene?") e di inscenare un incontro a Parigi, dove Zino, di ritorno alla sua vita e ancora ignaro della metamorfosi di Farid, si mette a recuperare con nostalgia pezzi del passato dei suoi genitori (foto, video). Un desiderio latente di ritrovare questo padre sconosciuto che il primo “vero” faccia a faccia con Lola sconvolge completamente (“È uno scherzo? Non ti avvicinare! Razza di pervertito!”), prima che si metta in moto una progressiva accettazione: i due personaggi si avvicinano e imparano a conoscersi (“Bel padre che ti ritrovi!”). Ma al di là del cambiamento di sesso e delle motivazioni, che Lola chiarisce a poco a poco (“Essere in un corpo che non ti appartiene, non immagini che sofferenza sia”), resta il nodo più doloroso, quello al quale è rimasto appeso il suo rapporto con Zino: l’abbandono del figlio da parte di un genitore.

Diretto con buona abilità e soprattutto giovandosi del noto talento di Jeanne Lapoirie alla direzione della fotografia, Lola Pater è un film grazioso, pudico nel rifiutare le folkloristiche macchiette della transessualità, preferendo muovere delicatamente i fili della relazione padre-figlio e dell’importanza delle proprie origini, per offrire una dimensione più da grande pubblico a un soggetto spesso trattato sul grande schermo per il suo lato più “sensazionalistico”. Uno stile lieve e luminoso che molto deve alla precisione dei due interpreti principali (ben affiancati da Nadia Kaci) e alla sensibilità di Nadir Moknèche, un regista e sceneggiatore dal senso del ritmo particolarmente acuto.

Prodotto dalla Blue Monday Productions e coprodotto dai belgi di VersusLola Pater sarà lanciato il 9 agosto nelle sale francesi dalla ARP Sélection. Le vendite internazionali sono gestite dalla Doc & Film.

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(Tradotto dal francese)

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