email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

LOCARNO 2017 Concorso

Good Manners, un film di genere dal sapore esistenzialista

di 

- LOCARNO 2017: Il film di Juliana Rojas e Marco Dutra presentato nel Concorso internazionale, mescola con maestria generi e referenze regalandoci un film che non assomiglia a nessun altro

Good Manners, un film di genere dal sapore esistenzialista

Presentato nel Concorso internazionale del Festival del Film Locarno, Good Manners [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
del duo di registi Juliana Rojas e Marco Dutra (già complici nella realizzazione di diversi cortometraggi ed un primo lungometraggio Hard Labor presentato nella sezione Un Certain Regard di Cannes e vincitore del premio Citizen Kane a Sitges) ci racconta la storia di Clara, misteriosa infermiera della periferia di San Paolo, che viene assunta dalla ricca ed affascinante Ana. Clara deve prendersi cura di lei durante la gravidanza che sta per portare a termine ed in seguito occuparsi del suo bambino.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ma chi è questa misteriosa Ana, metà femme fatale metà adolescente ribelle? Cosa ci fa tutta sola in quella casa immensa nella quale sembra imprigionata? Fra le due donne si instaura una relazione sempre più intensa disturbata però da misteriosi episodi di sonnambulismo durante i quali Ana vaga per le strade di San Paolo alla ricerca di una preda da sacrificare in nome di un dio assetato di sangue. Una notte fatale trasformerà per sempre il loro amore nascente in tragedia dalle conseguenze tanto inaspettate quanto spaventose. Questa è in poche parole la storia che i nostri giovani e audaci registi ci raccontano facendoci aggrappare alla sedia contorcendoci in una smorfia d’orrore mal celata. 

Good Manners è un film di genere certo ma che non smette di mutare, passando dall’horror (della storia principale) al melodramma (quello vissuto da Clara e Ana) fino al musical (il film è ritmato da momenti musicali costruiti con maestria), in un andirivieni di referenze (Rosemary’s Baby, Ciao maschio, e King Kong per non citarne che alcune) che si trasformano in carnevale dei sensi.

Sin dalla presentazione delle sue due protagoniste (interpretate dalle carismatiche Marjorie Estiano e Isabél Zuaa) Good Manners mette al centro una dualità che diventa la vera protagonista del film. L’una misteriosa, introversa e minimalista e l’altra esuberante, eccessiva e istintiva, Clara e Ana (sorta di archetipi Lynchiani) incarnano i conflitti che vivono in ognuno di noi, fra umanità ed animalità, bene e male. Oltre il film di genere (del quale possiamo godere a volontà) è proprio in questa dualità che possiamo trovare una chiave di lettura di un film che è ben più critico quanto vorrebbe farci credere. Le buone maniere (il titolo del film), l’addomesticare la nostra vera natura, il voler inscatolare le nostre specificità (culturali, caratteriali, …) per paura che invadano il fiume tranquillo delle nostre vite, si ritorcono in Good Manners contro la stessa società che le ha create, un po’ come un cane (o un lupo in questo caso) che morde improvvisamente il suo padrone. Sin dalla prima notte di luna piena, fino al climax finale il “diverso” non smette di lottare per poter coabitare in una società incapace di accettarlo. Ma cosa vuol dire alla fine essere accettato? E se il prezzo da pagare per questa “integrazione” fosse troppo alto? E se i ruoli infine si ribaltassero in barba alle buone ed antiquate “buone maniere”? Un film potente e misterioso come un incubo ad occhi aperti.

Urban Distribution International possiede i diritti internazionali del film, prodotto da Brasile (Dezenove Som e Imagens) e Francia (Good Fortune Films e Urban Factory).

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy