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FILM Slovenia / Croazia

Ivan: domande difficili sulle persone che amiamo

di 

- Il quinto film del regista sloveno Janez Burger affronta questioni familiari e sociali difficili attraverso la lotta di una madre single

Ivan: domande difficili sulle persone che amiamo
Maruša Majer in Ivan

Il filmmaker sloveno Janez Burger ha raggiunto la fama internazionale nel 1999 con Idle Running, che ha vinto premi in numerosi festival, tra cui Sarajevo, Cottbus e Trieste, dopo la sua prima mondiale a Karlovy Vary. Dopo l’artistico Silent Sonata [+leggi anche:
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nel 2011 e la crime-comedy commerciale del 2014 Driving School [+leggi anche:
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, il regista torna con Ivan [+leggi anche:
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intervista: Janez Burger
intervista: Maruša Majer
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, un dramma con elementi di thriller e un impressionante personaggio femminile principale, con un buon potenziale sia per la distribuzione nelle sale che nel circuito dei festival. Il cineasta ha recentemente vinto otto premi al Festival del cinema sloveno a Portorose (leggi la news).

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Il film si apre su Mara (la fantastica Maruša Majer) che dà alla luce il bambino del titolo, figlio illegittimo dell’uomo d’affari sposato Rok (Matjaž Tribušon). Ma il padre non si trova da nessuna parte. Mara continua a chiamarlo, per poi scoprire che è stato in carcere dopo essere stato arrestato per un crimine economico.

Presto riesce a trovarlo a casa e racconta a sua moglie di aver avuto suo figlio. Rok le assicura che va tutto bene e che verrà a pranzo il giorno successivo. Ma al suo posto, la sognatrice Mara, che ha indossato il suo vestito più bello dopo aver preparato un pranzo elaborato, apre la porta all'avvocato di Rok (Branko Šturbej) e alla guardia del corpo Bane (Leon Lučev), che la picchiano e la costringono a firmare una dichiarazione in cui si dice che Ivan non è figlio di Rok.

Ma Rok riesce presto a entrare in contatto con lei e le giura che è stata un’iniziativa della moglie; prende Mara e Ivan nella sua fuga verso l’Italia, dove i suoi soldi sono nascosti.

Ivan è un film che pone molte domande sociali ed etiche che non hanno risposte facili. Majer interpreta Mara con la ferocia, ad esempio, di Emily Watson in Breaking the Waves: è ossessivamente innamorata di Rok e si rifiuta persino di allattare suo figlio finché non entra in contatto con il padre. Ma il suo focus si sposta rapidamente verso il bambino una volta che comincia a sospettare, seppur leggermente, dell'onestà e della dedizione di Rok.

Rok, dal canto suo, sembra onesto sia nelle sue promesse che nelle sue azioni, ma lo spettatore è restio a credergli completamente, perché Mara è la nostra eroina, e lui è, dopotutto, un uomo d’affari corrotto.

La sceneggiatura scritta da Burger, l’acclamato autore sloveno Aleš Čar e il duo serbo Srdjan Koljević e Melina Pota Koljević, mette i personaggi complessi in situazioni ambigue: siamo dalla parte di Mara, ma è anche vero che non è la persona più lucida del mondo e le sue azioni potrebbero danneggiare il figlio. E' la scelta tra il suo amore per Rok e suo figlio davvero una scelta, anche se i due istinti non possono essere chiaramente separati?

Majer offre la performance della vita, e la fotografia di Marko Brdar impiega molte riprese scure di interni e cieli piovosi che riflettono lo stato d'animo della protagonista. Il compositore Damir Avdić opta per una chitarra elettrica distorta sulle note di Dead Man di Neil Young, infondendo suspense al film. Nel frattempo, il montaggio di Miloš Kalusek segue con chiarezza i dilemmi dello script e, nell'ultimo atto, crea una tensione palpabile cruciale per l’epilogo catartico.

Ivan è una coproduzione tra la slovena Staragara e la croata Propeler Film. L’italiana Slingshot detiene i diritti internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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