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FILM Italia

Recensione: Una vita spericolata

di 

- Il sesto lungometraggio di Marco Ponti è una commedia on the road grottesca, dove tre giovani in crisi si ritrovano coinvolti loro malgrado in una rapina

Recensione: Una vita spericolata
Lorenzo Richelmy, Matilda De Angelis ed Eugenio Franceschini in Una vita spericolata

In Santa Maradona, fortunata opera prima di Marco Ponti, i protagonisti Andrea e Bart (Stefano Accorsi e Libero De Rienzo) sognavano una vita spericolata, inseguimenti con la polizia e acrobazie alla Bruce Willis. Diciassette anni dopo, lo stesso regista sembra accontentarli con il suo nuovo lungometraggio, Una vita spericolata [+leggi anche:
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, che di quell’amatissimo film generazionale (che nel 2002 gli valse il David di Donatello come miglior regista esordiente) è il seguito ideale e adrenalinico, ma con altri attori, altro stile e altri risultati. 

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Qui i protagonisti sono due ragazzi, poco meno di trent’anni, amici da una vita, con poche prospettive per il futuro. Rossi (Lorenzo Richelmy, visto di recente in Una questione privata [+leggi anche:
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dei fratelli Taviani) ha un’officina ed è pieno di debiti; BB (Eugenio Franceschini, subentrato a Domenico Diele, arrestato per omicidio stradale tre giorni dopo l’inizio delle riprese) è un ex campione di rally che sogna le spiagge di Copacabana. Rossi si trova suo malgrado coinvolto in una rapina in banca: era andato a chiedere un prestito e dopo essersi sentito dire che no, le banche non danno soldi ai poveracci come lui, un concatenarsi di eventi assurdi lo portano a uscire da quella stessa banca con una valigia piena di soldi e con un ostaggio, Soledad (Matilda De Angelis, rivelazione di Veloce come il vento [+leggi anche:
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).

Si dà il caso che Soledad sia una nota attrice di soap opera, quindi l’attenzione dei media è massima. Comincia così una fuga rocambolesca dal nord al sud d’Italia, dal Piemonte fino in Puglia, dove i tre belli e ribelli sono inseguiti oltre che dalla polizia capitanata da un “cattivo tenente” cocainomane (Massimiliano Gallo), anche dai veri titolari di quei due milioni di euro contenuti nel borsone, i cattivissimi Michela Cescon e Mirko Frezza. Tra spaghetti western e pulp, inseguimenti a tutta velocità, sparatorie e dita mozzate, il regista, che è autore anche di soggetto e sceneggiatura, sembra divertirsi molto con le citazioni e con i suoi tre personaggi principali: Soledad dark lady disinibita e senza scrupoli, BB molto cool con la sua sigaretta storta tra le labbra, e Rossi sull’orlo di una crisi di nervi. Ma le gag non sempre sono riuscite e alcuni passaggi risultano poco credibili (è estate, fanno 40 gradi e Rossi e BB tornano sul “luogo del delitto” con un colbacco in testa per non farsi notare?), mentre le derive talvolta caricaturali dei personaggi, anche secondari, non fanno esattamente centro.

Triangolo amoroso, denuncia sociale, gangsterismo, comicità demenziale e #MeToo, Una vita spericolata mischia spericolatamente un po’ di tutto. “Un film sperimentale”, lo ha definito l’attore Richelmy alla presentazione romana; “un film che o non capisci oppure salti sul treno e ti godi il viaggio”, gli fa eco la bella De Angelis. 

L’appuntamento con il pubblico in sala è da oggi, 21 giugno, con 01. Il film è prodotto da Italian International Film con Rai Cinema; le musiche sono suonate da Tom Morello dei Rage Against the Machine.

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