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KARLOVY VARY 2023 Proiezioni speciali

Recensione: Affronter l’obscurité

di 

- Jean Gabriel Périot mostra l'assedio di Sarajevo attraverso gli occhi di coloro che, con l'incoscienza della gioventù, hanno usato la cinepresa come arma e mezzo di sopravvivenza

Recensione: Affronter l’obscurité

Il documentarista francese Jean Gabriel Périot si è fatto conoscere da pubblico e critica grazie a film potenti ed esteticamente ricercati come Une jeunesse allemande [+leggi anche:
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, che ha aperto il Panorama della Berlinale 2015 ed è stato candidato al César per il miglior documentario nel 2016; Nos défaites [+leggi anche:
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, presentato al Forum della Berlinale 2019; Retour à Reims (Fragments) [+leggi anche:
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, selezionato per la Quinzaine des Réalisateurs 2012; e, sul versante della fiction, Lumières d'été [+leggi anche:
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, presentato a San Sebastian nel 2016 nell'ambito del programma New Directors. Il suo ultimo documentario, Affronter l'obscurité [+leggi anche:
intervista: Jean-Gabriel Périot
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), un racconto poetico e accurato dell'assedio di Sarajevo, sarà presentato in anteprima mondiale al 57° Festival di Karlovy Vary.

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Prodotto da Francia, Bosnia-Erzegovina, Svizzera e Germania, Affronter l'obscurité si tuffa a capofitto nell'assedio di Sarajevo, durato dall'aprile 1992 al febbraio 1996. Come sempre, Jean Gabriel Périot utilizza immagini d'archivio per riflettere sulla storia in modo diverso. 1425 giorni di buio in cui la luce riusciva a malapena a filtrare, un periodo doloroso e crudele in cui perdersi e poi ritrovarsi. Grazie alle immagini di repertorio e ai filmati di chi, durante la guerra, decise di immortalare con la telecamera la propria quotidianità, i tanti momenti di angoscia vissuti ma anche le piccole scintille di speranza che permettevano ancora di credere in un futuro divenuto chimera, il passato sembra riaffiorare come per miracolo. Per questi giovani, la telecamera è stata un mezzo per raccontare la violenza che li circondava, la crudeltà di una quotidianità in cui il tempo non contava più.

La prima parte del documentario è costituita da estratti di film girati durante l'assedio da (giovanissimi) cineasti (Nedim Alikadić, Smail Kapetanović, Dino Mustafić, Nebojša Šerić-Shoba e Srđan Vuletić) che hanno usato la telecamera come mezzo di sopravvivenza, come compagna di lotta e come occhio meccanico attraverso cui osservare la crudeltà della guerra. A distanza di quasi trent'anni, che visione hanno questi cineasti di queste testimonianze, di questa guerra che li ha privati della loro giovinezza, ma anche di un passato che potrebbe pericolosamente ritorcersi ancora nel presente? Per rispondere a queste domande, per cercare di svelare il mistero di queste affascinanti e crudeli immagini d'archivio, la seconda parte del film è costituita da interviste a quegli stessi cineasti,  che guardano indietro, a un passato che continua a perseguitarli.

Come vedono questi primi tentativi di catturare la realtà attraverso l'occhio della cinepresa? Perché hanno continuato a fare film? Credono ancora nel potere rivoluzionario delle immagini? Uno dei registi afferma che queste testimonianze ci permettono di rivivere la brutalità del conflitto e di trarne lezioni di vita. Una sorta di specchio attraverso il quale ripensare la storia dal punto di vista di chi ha vissuto in prima persona gli orrori della guerra, queste immagini di repertorio ci incoraggiano a riflettere sul presente senza dimenticare il passato. La pace non è mai garantita né eterna. Con Affronter l'obscurité Jean Gabriel Périot dà voce agli artisti che non hanno mai smesso di credere nel cinema come forza vitale, un mezzo per sopravvivere anche alla guerra.

Affronter l'obscurité è prodotto da Alter Ego Production (Francia), Pravo Ljudski (Bosnia-Erzegovina) e Alina Film (Svizzera) e venduto da The Party Film Sales.

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(Tradotto dal francese)

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